"Si chiudono porti e si erigono muri di filo spinato a protezione di un'apparente sicurezza. Noi - dice la scrittrice Michela Murgia - non potevamo più stare a guardare. Abbiamo promosso una serie di iniziative di finanziamento, la prima delle quali in nove date in altrettante città. E' il primo evento coordinato, che serve a sostenere il crowdfunding per la nave Ionio e vuole rappresentare un'altra idea di paese e di accoglienza". La nave è partita il 4 ottobre con un prestito sottoscritto da cinque garanti, uno dei quali è Alessandro Metz, l'armatore della nave. "Siamo nel Mediterraneo per monitore, denunciare e, quando necessario, anche salvare. Tra pochi giorni riprendere la via del mare, dopo lo scalo tecnico a Palermo - spiega -. E 'La via di terra' serve a portare avanti questo sussulto di dignità. A nome di tutto il progetto Mediterranea, che sta diventando un'idea collettiva, ringrazio chi salirà sui palchi e chi entrerà nei teatri per assistere e contribuire al crowdfunding".
La raccolta è partita il 4 ottobre e, in meno di venti giorni, si è arrivati a più di 200mila euro. L'obiettivo è 700mila, necessari per far sì che la Mar Ionio possa continuare a operare. La missione è soprattutto di monitoraggio, "e se necessario - aggiunge Metz - di denuncia", ma è attrezzata anche per rispondere a situazioni di pericolo coordinandosi con l'autorità. "Cosa penso dei porti chiusi? Non ci sono porti chiusi - precisa -, non c'è un atto che lo dice. Esiste una foto con un hashtag, e da lì abbiamo cominciato a parlarne. Dalla questione della nave Diciotti sembra che l'approccio umanitario sia illegale, ma chi salva in mare risponde a delle leggi.
Stiamo facendo quello che legge dice deve essere fatto in mare".
(ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA