(ANSAmed) - MADRID, 3 DIC - Scandiscono rituali e
rappresentano il paesaggio sonoro che identifica la cultura e la
tradizione spagnola, in alcuni casi affondando le radici nei
secoli. Sono le 'tamboradas', i rulli di tamburi simili a
ruggiti per la forza evocatrice, caratteristiche di numerose
località in Spagna, riconosciute ora Patrimonio culturale
immateriale dall'Unesco.
Sono diffuse in tutta la penisola, ma le più conosciute sono
quelle di Teruel, Albacete, Cordoba e San Sebastian. "Tutti gli
anni, contribuiscono a creare un ambiente sonoro, affascinante e
carico di emozione, che suscita nelle comunità sentimenti di
identità e comunione collettiva", si legge in una nota
dell'Unesco. Le 'tamboradas' sono una delle 21 tradizioni
iscritte nella lista rappresentativa del patrimonio culturale
immateriale Unesco, che mira a dare visibilità alle tradizioni e
alla conoscenza delle comunità.
A Teruel (Aragon), dove sono celebri quelle religiose, alla
mezzanotte del Venerdì Santo, gli scrosci di percussioni rompono
il silenzio e i rimbombi risuonano da un capo all'altro della
città. Le 'tamboradas' sono entrate a far parte del Dna
culturale anche in Andalusia, Castilla-La Mancha, Murcia,
Cordoba, Castellon, la Comunità Valenziana e Albacete. Le più
comuni sono di origine religiosa, ma la tradizione annovera
anche quelle militari, come nel caso di San Sebastian, o
semplicemente impiegate in rituali festivi. I tamburi impiegati
sono tutti artigianali, di differenti misure, composizioni e
modalità di percussioni.
Secondo l'Unesco, "rivestono un significato speciale, in
funzione del luoghi, dei giorno e del momento in cui vengono
eseguite". "Indipendentemente dal carattere religioso o civile,
devoto o ludico, questo elemento del patrimonio culturale
racchiude sentimenti di rispetto mutuo fra i suoi praticanti",
annota ancora l'organismo, nell'evidenziare i valori di comunità
e convivenza racchiusi in questa pratica e di trasmissione fra
le diverse generazioni. (ANSAmed).
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