(ANSAmed) - TUNISI, 5 DIC - Il tema dell'importante
contributo italiano all'architettura della Tunisia, dell'Algeria
e della Libia sarà al centro di un convegno intitolato
'Architetti, ingegneri, imprenditori e artisti decoratori
italiani nel Maghreb', che si terrà all'Université de la Manouba
di Tunisi il 6 e il 7 dicembre presso l'Association de
Sauvegarde de la Médina de Tunis, nel cuore antico della
capitale.
Con l'Egitto e la Libia, la Tunisia è uno dei tre Paesi del
Nord Africa che conservano il più ricco patrimonio di
architetture che sono il prodotto del lavoro dell'emigrazione
italiana, rappresentata non solo da architetti e ingegneri, ma
anche e soprattutto da imprenditori che, per le loro capacità e
la loro convenienza in termini di costi, erano spesso chiamati a
collaborare con architetti francesi, da artisti decoratori e da
industrie d'arte collegate all'edilizia.
Oltre ad ampliare e integrare con nuove acquisizioni
documentarie la conoscenza dell'apporto italiano
all'architettura della Tunisia, e più in generale del Maghreb,
il convegno si propone di stimolare lo sviluppo di linee di
ricerca non ancora adeguatamente esplorate. È questo il caso,
per esempio, dell'opera degli artisti decoratori e artigiani
italiani (scultori, plasticatori, marmisti, mosaicisti,
ebanisti, fabbri esperti nelle tecniche del ferro battuto,
pavimentatori), il cui contributo è stato tanto importante
quanto non ancora sufficientemente messo a fuoco, per le
difficoltà di reperimento delle fonti documentarie.
Le due giornate del convegno sono articolate in quattro
sezioni: figure dell'emigrazione italiana nel Maghreb nel XIX
secolo, l'architettura nell'epoca coloniale; la presenza
italiana nei Paesi del Maghreb dopo la conquista
dell'indipendenza nazionale; il ruolo delle arti decorative
nell'architettura maghrebina e il contributo italiano.
L'ultima delle quattro sezioni del convegno intende
richiamare l'attenzione su questo aspetto, tutt'altro che
secondario, dell'attività degli emigrati italiani con l'intento
di stimolarne lo studio, supplendo alla carenza di fonti con
indagini sul campo, nei quartieri delle città che conservano, in
particolare nelle architetture Art Nouveau e Art Déco,
significativi campionari delle arti decorative italiane.
(ANSAmed).
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