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'Quando l'Italia di Mattei aiutava l'Egitto a Suez'

Rievocato il contributo italiano all'indipendenza del canale

13 dicembre 2018, 12:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 13 DIC - Il ruolo dell'Italia, e in particolare di Enrico Mattei, nello strappare l'Egitto dalla morsa anglo-francese che nella metà degli anni Cinquanta voleva perpetuare il controllo post-coloniale sul Canale di Suez è stato ricordato al Cairo nella presentazione di un recente libro sulla strategica via d'acqua egiziana.

A sottolineare questo ruolo è stato l'autore, il giornalista e saggista Marco Valle, presentando martedì all'Istituto italiano di cultura il proprio volume "Suez. Il canale, l'Egitto e l'Italia. Da Venezia a Cavour, da Mussolini a Mattei" edito a maggio da Historica. Quando nel 1952 Gamal Abd el-Nasser prende il potere in Egitto, ha premesso Valle, il presidente inizia a porre "il problema del canale" chiedendo "agli inglesi di andarsene".

Iniziarono quattro anni di "operazioni di guerriglia" con l'aggiunta di pressioni internazionali in cui, dall'Europa, "solo" l'Italia diede "solidarietà al popolo egiziano" grazie "a politici intelligenti e lungimiranti" i quali avevano "capito l'importanza di un'amicizia italo-araba e italo-egiziana".

Quando Nasser nel 1956 nazionalizza il canale, "gli anglo-francesi tutto sommato sono abbastanza tranquilli" perché dicono: "Nasser non ha i tecnici per far funzionare il canale", ha ricordato ancora Valle tratteggiando il volume che ripercorre in prospettiva italiana la storia di Suez dalla dinastia tolemaica al parziale raddoppio di tre anni fa.

"Ma Nasser ha un amico italiano, l'ingegner Enrico Mattei, presidente dell'Eni e dell'Agip", ha ricordato il saggista riferendosi a "quello che chiamavano il petroliere senza petrolio" e all'uomo "che rompe il dominio delle multinazionali anglo-americane sul mercato dell'energia".

Mattei inizia "a rendersi conto della possibilità di rompere questo cerchio terribile stretto attorno al mondo del Levante partendo proprio dall'Egitto", ha aggiunto Valle, e "quando Nasser nazionalizza, Mattei lo aiuta aiuta e gli manda i tecnici necessari" per tenere il canale aperto.

E "quando nell'ottobre del '56 francesi, inglesi, israeliani lanciano l'aggressione contro l'Egitto con l'idea di riuscire a strappargli il canale", "l'Italia - influenzando anche gli Usa - riuscirà a pesare nella decisione" di bloccare l'invasione, ha sostenuto l'autore di origine triestina ma basato a Milano.

In questa fase Nasser "fece affondare tutte le navi cariche di cemento nel Canale" per bloccarlo e "saranno ancora una volta gli italiani", con le società Micoperi di Genova e Tripcovich di Trieste, capofila di un consorzio internazionale sotto l'egida dell'Onu, a "venire ad aiutare gli egiziani a ripulire il canale e a rimetterlo di nuovo in attività", ha sintetizzato Valle.

Il volume é stato pubblicato in vista del 150/o anniversario dell'apertura del Canale che verrà celebrato nel novembre dell'anno prossimo. L'Ambasciatore d'Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, nell'intervenire alla presentazione, ha sottolineato le prospettive del Canale di Suez che sono molto promettenti grazie allo sviluppo della cosiddetta Nuova Via della Seta. Il tema, ha ricordato Cantini, è stato oggetto di un seminario organizzato dall'Ambasciata ad Alessandria lo scorso settembre sulle opportunità esistenti per l'Italia di affermarsi come porta di accesso al mercato europeo nell'ambito di questo progetto impostato dalla Cina.

L'Ambasciatore inoltre ha fatto cenno ad alcune idee per il recupero del patrimonio immobiliare italiano nei pressi del Canale, di cui Valle ha ricordato il valore storico e non solo simbolico.

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