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Tunisia: a Tabarka la regata 'Sulla rotta del corallo'

Per sostenere candidatura Unesco dell' "Epopea dei tabarchini"

17 luglio 2019, 12:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - TUNISI, 17 LUG - Sono arrivate ieri a Tabarka in Tunisia, accolte da un clima di festa, le barche a vela della regata "Sulla rotta del Corallo", partite da Pegli il 5 luglio scorso, una rievocazione storica della traversata del Mediterraneo compiuta dai pescatori pegliesi nel 1543. Si tratta di una iniziativa promossa dalla Lega Navale Italiana Sezione di Genova Sestri Ponente e dall'Associazione Sportiva Aurora di Tunisi, su impulso del marchese Enrico Ottonello Lomellini di Tabarca, con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia a Tunisi, del Consolato di Tunisia a Genova, del Comune di Genova e di altri enti, a sostegno della candidatura all'Unesco a patrimonio culturale immateriale dell'Epopea Tabarchina, presentata dalla Tunisia e sostenuta dall'Italia e dalla Spagna.

La regata si può leggere dunque come un viaggio nel tempo per rinsaldare il comune passato dei tabarchini ma anche come un'evento finalizzato a costruire insieme un futuro basato su storia e turismo. La sosta a Tabarka prevede infatti numerose iniziative di promozione turistica e del territorio del nord-ovest del Paese, in collaborazione con il ministero tunisino del Turismo e dell'Artigianato, prima della partenza verso Carloforte il 19 luglio. E del resto lo stesso ministro tunisino del Turismo, René Trabelsi, era presente ieri ai festeggiamenti per l'arrivo delle imbarcazioni nell'ottica di rilancio turistico dell'intera regione. L'Epopea del popolo Tabarchino ha le sue origini nella Pegli del 1542, quando la famiglia Lomellini, ottenuta la concessione di raccogliere dalle pareti rocciose delle coste tunisine i rami di corallo rosso di cui erano ricoperte, arruola gli esperti pescatori di corallo pugliesi e fa partire l'impresa di Tabarka, un isolotto situato davanti alla costa nord occidentale della Tunisia. L'allora Bey di Tunisi aveva infatti concesso ai Lomellini, esperti nel settore della raccolta del corallo, un accordo in regime speciale per poterne praticare la commercializzazione. Questo rapporto pacifico e fruttuoso tra Tunisia e Italia durò circa due secoli, influenzando usi, costumi, lingua. Il rapporto si interruppe a metà del '700, oltre al progressivo esaurimento dei banchi corallini, anche perché il Bey dell'epoca, secondo alcuni storici, non gradì la vicinanza della famiglia Lomellini alla Francia. Le circa 140 famiglie di pescatori rimaste nell'isola vennero allora confinate a Tabarka fino a quando non furono liberate e trasferite in gran parte a Carloforte, in Sardegna, grazie all'intervento di Carlo III di Spagna, di Carlo Emanuele III e del Papa, attraverso il nunzio apostolico di Algeri. Le altre, dopo varie vicissitudini, diedero origine ad altre due comunità Calasetta, nell'isola di Sant'Antioco in Sardegna e Nueva Tabarka sull'isola di San Pablo presso Alicante, in Spagna.

Mentre i tabarchini di Nueva Tabarka si sono completamente integrati in Spagna perdendo la propria identità originaria, i tabarchini di Carloforte e Calasecca hanno mantenuto integra la loro identità culturale. Il popolo tabarchino frazionato, sopravvisse a momenti fortemente drammatici come l'assalto barbaresco a Carloforte del 1798 (che trasse in schiavitù quasi 900 persone): ma attraverso secoli di vicissitudini drammatiche quella coraggiosa e laboriosa comunità ha comunque saputo conservare gelosamente ed orgogliosamente le proprie caratteristiche identitarie, cioè gli usi secolari, i costumi, la gastronomia e soprattutto la lingua dei propri avi pegliesi.

Nel dossier depositato all'Unesco viene sottolineata in particolare l'importanza che ha avuto questo insediamento genovese nello sviluppo degli scambi nell'area del Mediterraneo.

Nei rapporti tra Italia e Tabarka, va sottolineato inoltre come la concessione speciale del Bey del 1544 si possa interpretare come una sorta di prototipo ante litteram di società «off shore», che durò ben due secoli. (ANSAmed).

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