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Archeologia:Tunisia,da pollini i segreti piante villa romana

Progetto prevede ricostruzione virtuale città Neapolis

26 settembre 2019, 11:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - TUNISI, 26 SET - Una squadra di ricercatori italiani ricostruirà per la prima volta in Tunisia, a partire dai pollini, l'esatta composizione botanica di un antico giardino inserito in una villa patrizia di duemila anni fa, la Nymfarum Domus, lussuosa domus (abitazione signorile) del 400 d.

C. circa, al centro di Neapolis (nel golfo di Hammamet, nel territorio di Nabeul). Un lavoro scientifico di grande importanza, in un sito in cui da una decina d'anni sono in corso scavi archeologici con ricercatori dell'Università di Sassari e del Consorzio Uno di Oristano e dell'Institut National du Patrimoine (Inp). Lo spiega all'ANSA Raimondo Zucca, archeologo, docente dell'Università di Sassari e responsabile della Scuola di specializzazione in beni archeologici di Oristano. "Nel mese di settembre la missione ha voluto indagare il viridarium (ossia il giardino centrale, fiancheggiato da un peristilio (un porticato scandito da colonne e aperto sul giardino) della Nymparum Domus, al centro della città di Neapolis. La colonia di Neapolis era stata fondata dai romani nel 45 avanti Cristo su un precedente insediamento libico e cartaginese. Un agglomerato urbano di una sessantina di ettari, di cui una ventina ora sommersi e che da trent'anni è oggetto di studio da parte degli archeologi dell'Università di Sassari, guidati dall'ex rettore Attilio Mastino, ai quali va il merito della scoperta. L'obiettivo dello scavo è stato duplice: quello dell'Archeologia dei giardini e l'altro dell'indagine stratigrafica da condurre sino al suolo vergine, per riconoscere la successione stratigrafica della città di Neapolis. L'archeologia dei giardini è quella branca dell'archeologia che utilizzando una serie di fonti iconografiche, epigrafiche, letterarie, ma soprattutto paleobotaniche, ricostruisce filologicamente il paesaggio, i colori e i profumi dei giardini del passato. Nei viridaria (giardini) delle domus delle provinciae africane questo della XV missione archeologica tunisino-italiana è il primo caso di applicazione dei metodi dell'archeologia dei giardini in terra d'Africa. Con l'ausilio della collega dell'Università di Sassari, Prof.ssa Alessandra Deiana, docente di Archeobotanica, si è proceduto, in sezione di due strati, a prelevare, con provette sterili, tre campioni di sedimento, che saranno immediatamente avviati a un laboratorio universitario per l'individuazione delle specie botaniche attraverso l'individuazione dei pollini presenti e di altri elementi archeobotanici (semi, reperti carpomorfi, ovvero frutti). La missione si è impegnata, sulla base dei dati statistici sui pollini del viridarium della Nymfarum Domus, a procedere all'impianto di un giardino quale doveva apparire nelle fasi di vita della Nymfarum domus, sicché il turismo culturale del parco archeologico di Neapolis potrà contare su un giardino dai dolci profumi così come sedici secoli addietro. E questo giardino della "Abitazione delle Ninfe" sarà presente nel progetto di ricostruzione virtuale della città di Neapolis, finanziato dai Rotary Club di Oristano e Sassari, da una sovvenzione Distrettuale del Distretto Rotary 2080 (Roma-Lazio-Sardegna) e dalla Scuola Archeologica Italiana di Cartagine (Saic), presieduta dal Prof. Attilio Mastino, pioniere dell'archeologia italiana in Tunisia, entro la primavera 2020 e sarà donato all'Institut National du Patrimoine perché sia presentato nel Museo di Nabeul e nello stesso Parco Archeologico di Neapolis. (ANSAmed)

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