Curata da Marcello Pezzetti, la mostra invita i visitatori a guardare la storia degli ebrei nei meandri della storia di questo paese baltico, che i 'livaks', gli ebrei lituani, chiamano Lite. Una poesia "Vilne" scritta in yiddish da Moyshe Kulbak, è dedicata alla capitale Vilnius ed è la colonna portante della mostra. "Vilne" ha ispirato la forma poetica della visualizzazione della mostra ed è abbondantemente citata. Le illustrazioni create calligraficamente sono proprio dalla poesia di Kulbak, e sono compilate in caratteri ebraici. I messaggi principali della mostra sono raccontati in quattro parti. La prima parte illustra la storia degli ebrei in Lituania. Gli aspetti principali sono Vilna Gaon, comunemente chiamata in ebraico ha-Gaon he-Chasid mi-Vilna, "il pio genio di Vilnius", la lingua yiddish e il rapporto tra gli ebrei e le comunità locali. La seconda parte mostra il periodo di prosperità: la collaborazione tra lituani ed ebrei nell'istituzione della prima Repubblica di Lituania. Si vedono le Shtetl - piccole città di mercato ebraico con una cultura vibrante - nonché la sua capitale temporanea, Kaunas, progettata da imprese di costruzione ebraiche. In contrasto, la terza parte mostra il tragico destino degli ebrei lituani: evacuazione, deportazioni, guerra, occupazione sovietica e l'Olocausto. Alla fine, l'ultima parte della mostra, dove una pioggia curativa si riversa da nubi di colpa sulla gente e la loro terra, dove le vittime silenziose riposano in pace.
Dopo l'introduzione di Marcello Pezzetti della Fondazione del Museo della Shoah, ci saranno i saluti di Mario Venezia, presidente dell Fondazione, di Ričardas Šlepavičius, ambasciatore della Lituani presso la Repubblica italiana, Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica romana, e di Faina Kukliansky, presidente della Comunità ebraica in Lituania.
(ANSAmed).
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