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A Tunisi 'Trame Mediterranee', quando cultura unisce popoli

Dal 6 febbraio per un mese alla Medina di Tunisi

30 gennaio 2020, 12:27

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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TUNISI - Un abbraccio tra due sponde del Mediterraneo nel segno dell'arte, vero e proprio ponte culturale che unisce due Paesi dalla storia millenaria. Si tratta di "Trame Mediterranee. La collezione Ludovico Corrao e Dar Bach Hamba di Tunisi", la mostra promossa dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina insieme all'Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, all'Ambasciata d'Italia in Tunisia, e al Comune di Tunisi, che a partire dal prossimo 6 febbraio, per un mese, ospiterà negli spazi dell'ex Presbiterio di Santa Croce nella Medina di Tunisi, una selezione di opere della collezione di Ludovico Corrao e del Dar Bach Hamba di Tunisi, palazzo storico della Medina che ospita l'associazione l'Art Rue.

Opere che divengono messaggere degli antichi e profondi legami tra i popoli del Mediterraneo, segnando il ritorno in Tunisia della Fondazione Orestiadi, diversi anni dopo l'interruzione dell'attività̀ decennale iniziata dal suo creatore, Ludovico Corrao. L'evento rappresenta infatti anche un omaggio a Corrao, il sindaco-intellettuale che dopo il terremoto del '68 rese Gibellina città d'arte, chiamando a raccolta nella rifondata città nuova architetti, artisti e intellettuali le cui opere ne hanno fatto un museo a cielo aperto: Burri, Consagra, Accardi, Isgrò, Pomodoro, Paladino, Nunzio, Schifano, Quaroni, Venezia, Samonà, Mendini, Purini, Levi, Damiani, Sciascia, Dolci, Buttitta, Beuys solo per citarne alcuni. Curata da Enzo Fiammetta, con testi di Achille Bonito Oliva, Francesca Corrao, Lorenzo Fanara, Maria Vittoria Longhi, Calogero Pumilia, Daria Settineri e Roberta Civiletto, Trame mediterranee già nel titolo dichiara un orizzonte d'azione: mostrare come le storie dei popoli di questa parte del mondo siano collegati, mescolati e incrociati, evidenziando attraverso le comparazioni ed il raffronto di forme, tecniche, decorazioni e caratteri, gli elementi artistici comuni che li affratellano più delle differenze. In questa prospettiva la mostra propone una rilettura del concept già sperimentato in Sicilia nel Museo delle Trame Mediterranee, nato dalla ricerca di mediazione culturale che Corrao inizia sin dagli anni '70 nell'area del Maghreb, collezionando costumi, gioielli, oggetti di rame e ceramica, donati al museo creato prima a Gibellina, e poi a Tunisi nel Dar Bach Hamba, l'affascinante residenza nei vicoli della Medina, nota a tutti come "Casa Sicilia". Dal teatro dei pupi, allestito con le marionette originali provenienti dall'immigrazione di massa dei siciliani del XIX secolo, alle poesie degli autori siculo-arabi, da Giufà, il celebre geniale personaggio tramandato dalla tradizione popolare araba a quella siciliana e ancora vivo in entrambe le culture, alle opere più raffinate dell'artigianato tunisino: le ceramiche di Nabeul, i tessuti preziosi, le terrecotte modellate a mano, i manufatti lignei dell'Atelier Driba, preziose testimonianze di un mondo in continua trasformazione, minacciato dall'incalzante pressione della produzione industriale, così come è già successo in Sicilia. Trame mediterranee propone la rilettura e rivitalizzazione di un patrimonio identitario comune, una base culturale e artistica dalla quale è possibile ripartire per riprendere un dialogo per facilitare quella comprensione tra i popoli oggi più che mai necessaria, vero antidoto a ogni fondamentalismo. La collezione di Ludovico Corrao e del Dar Bach Hamba si è così trasformata in ambasciatrice di dialogo tra i popoli e strumento di diplomazia culturale, che promuove il ritorno della centralità del Mediterraneo, tradizionalmente luogo di incontro di culture, religioni, etnie ed economie, di confronto culturale, nel senso più ampio possibile. (ANSAmed)

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