e accompagnati da molti oggetti, tra cui coperture per i corpi stuccate e dipinte anche con oro, un letto funerario, parti di sarcofagi, una barella per le mummie e molto vasellame. Proprio qui riposava il leopardo, simbolo di forza che veniva posto in corrispondenza della testa del defunto per offrirgli protezione nel viaggio nell'aldilà. "Sebbene il leopardo fosse un simbolo frequente in Egitto, è rarissimo trovarlo dipinto", racconta Piacentini all'ANSA. "Il supporto ligneo del II secolo a.C. era fragilissimo, la sabbia si era infilata nelle fibre, quindi abbiamo deciso di staccare lo stucco per salvare il disegno: un'operazione delicatissima che ci ha tenuti col fiato sospeso, avevamo le lacrime agli occhi". I pezzi saranno ricomposti dalle mani esperte di Ilaria Perticucci e Rita Reale, che dopo un primo restauro 'virtuale' inizieranno a breve quello reale nei laboratori di Assuan. "Si tratta di un reperto eccezionale, così come quello che abbiamo trovato nella stanza accanto: pinoli risalenti al I secolo d.C., una rarità dal momento che la pianta era di importazione", sottolinea l'egittologa. "L'uso dei questi semi era conosciuto ad Alessandria d'Egitto per la preparazione di salse e piatti", ricorda la ricercatrice. "Di sicuro erano un bene di lusso e dimostrano ancora una volta come la tomba appartenesse a personaggi di rilievo". Nuove informazioni per ricostruire i loro identikit potranno arrivare dalla prossima missione di primavera, con cui il team multidisciplinare di storici, paleopatologi, archeobotanici, chimici, informatici e restauratori lavorerà per scoprire anche dieta, malattie e cause di morte delle persone sepolte nella necropoli. (ANSAmed).
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