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Lazzaretto in laguna, così Venezia cancellò la peste

Sorto nel 1423 per volontà Serenissima,fu primo della storia

VENEZIA, 16 aprile 2020, 15:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Rosanna Codino) Quest'anno non potrà replicare le aperture straordinarie di aprile e maggio, ma l'iniziativa Mibact#museichiusumuseiaperti consentirà, attraverso il sito istituzionali e i social, le visite virtuali. E' il Lazzaretto Vecchio di Venezia, il primo della storia, istituito dalla Repubblica Dogale nel 1423. Oggi è uno dei simboli storici della lotta dell'uomo contro le pestilenze. Si tratta di un'isola, Santa Maria di Nazaret, al centro della laguna e dirimpetto al bacino di San Marco, dove dal 1249 sorgevano una chiesa e un ospitale gestito da monaci agostiniani. Nel 1423, la svolta: per volere del doge Francesco Foscari, che aveva perso quattro dei suoi undici figli per la furia della peste, divenne il luogo per l'isolamento dei malati e dei sospetti di contagio. Fu il primo intervento di un'autorità statale laica per difendere la salute dei cittadini, mentre fino ad allora questo compito veniva gestito dalla Chiesa attraverso Ordini religiosi. Le misure attuate allora erano come molto simili a quelle odierne, a partire dall'isolamento, perché contro la peste non esisteva alcun rimedio efficace.

L'organizzazione dell'isola seguiva regole precise, dettate da protocolli per la sistemazione e l'assistenza ai malati, l'approvvigionamento alimentare, la gestione del vestiario e dei beni di chi qui veniva sepolto. Tutto questo era affidato al Priore e alla Priora, che ricevevano un incarico quadriennale, e non potevano allontanassi dall'isola se non per convocazione da parte del Magistrato alla Salute e avevano una stella bianca cucita sulle vesti.

Erano sostenuti nelle attività necessarie alla gestione dei malati dal medico, da inservienti addetti alle pulizie, da una cuoca, da un cappellano, dai becchini e facchini: una vera e propria comunità interamente dedicata a queste emergenze sanitarie.

L'isola di Lazzaretto Vecchio per l'importanza della sua storia e per gli edifici che sono conservati è ora uno dei luoghi della cultura Mibact, assegnato dal 2015 alla Direzione regionale Musei del Veneto che, in Convenzione con la sezione veneziana di Archeclub, consente l'accesso al pubblico in occasione di aperture straordinarie e visite guidate. Fra il 2014 e il 2019 sono state circa 17mila le persone che hanno potuto visitarlo, grazie all'aiuto dei volontari. (ANSAmed).

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