L'organizzazione dell'isola seguiva regole precise, dettate da protocolli per la sistemazione e l'assistenza ai malati, l'approvvigionamento alimentare, la gestione del vestiario e dei beni di chi qui veniva sepolto. Tutto questo era affidato al Priore e alla Priora, che ricevevano un incarico quadriennale, e non potevano allontanassi dall'isola se non per convocazione da parte del Magistrato alla Salute e avevano una stella bianca cucita sulle vesti.
Erano sostenuti nelle attività necessarie alla gestione dei malati dal medico, da inservienti addetti alle pulizie, da una cuoca, da un cappellano, dai becchini e facchini: una vera e propria comunità interamente dedicata a queste emergenze sanitarie.
L'isola di Lazzaretto Vecchio per l'importanza della sua storia e per gli edifici che sono conservati è ora uno dei luoghi della cultura Mibact, assegnato dal 2015 alla Direzione regionale Musei del Veneto che, in Convenzione con la sezione veneziana di Archeclub, consente l'accesso al pubblico in occasione di aperture straordinarie e visite guidate. Fra il 2014 e il 2019 sono state circa 17mila le persone che hanno potuto visitarlo, grazie all'aiuto dei volontari. (ANSAmed).
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