(di Lucia Sali).
(ANSAmed) - BRUXELLES - L'onda lunga della crisi si stringe attorno all'Italia: nelle acque ancora "agitate" dell'eurozona, la "profonda recessione" in cui il Paese è sprofondato lascerà il posto a una "ripresa tiepida", dove la disoccupazione toccherà il picco record nel 2014 con quasi il 12% di persone senza lavoro. E' la fotografia scattata dalle previsioni autunnali della Commissione Ue sull'economia europea, che registra un ulteriore peggioramento rispetto ai dati di primavera. Le quattro principali economie dell'eurozona sono infatti in difficoltà: la Germania, locomotiva d'Europa, è in rallentamento (Pil rivisto al ribasso allo 0,8% per il 2013), la Francia è ferma (0,2% quest'anno e 0,4% il prossimo), mentre Italia e Spagna sono in grave recessione. Pil a -2,3% nel 2012 e a -0,5% nel 2013 per Roma, e a -1,4% sia quest'anno che il prossimo per Madrid. Non stupisce quindi il peggioramento anche della situazione di Eurolandia, il cui Pil scende a -0,4% per il 2012 e a 0,1% per il 2013, contro le stime più rosee di maggio quando ancora Bruxelles prevedeva rispettivamente una recessione dello 0,3% e una ripresa dell'1%. La luce in fondo al tunnel sarà solo fra due anni: in linea con il miglioramento dell'eurozona (Pil +1,4%), l'Italia, insieme a Spagna e Grecia, uscirà dalla recessione con una crescita dello 0,8%. Previsioni, queste, un po' più pessimistiche di quelle del governo, che stima una recessione dello 0,2% per il 2013 e una crescita dell'1,1% nel 2014. "Sappiamo che c'é un forte rallentamento, ma sappiamo anche che già nel 2013 si vedrà la ripresa", e questa sarà "presente dal secondo trimestre in poi", ha assicurato il ministro dell'economia Vittorio Grilli, sottolineando che il dato negativo del prossimo anno è "in gran parte effetto del trascinamento di quest'anno". Ma Bruxelles non è tranquilla. Se l'Italia sarà "vicina al pareggio di bilancio" strutturale nel 2013, a politiche invariate già nel 2014 non sarà più così. Il deficit nominale scenderà molto meno del previsto (2,9% quest'anno e 2,1% i prossimi due), mentre schizza verso l'alto il debito pubblico: al 126,5% del rapporto col Pil per il 2012 e al 127,6% nel 2013. Anche se, spiega la Commissione, "l'aumento significativo" del debito è dovuto al crollo del Pil reale e ai prestiti ai Paesi dell'eurozona in difficoltà, il "ritmo più lento della riduzione del debito" dell'Italia rispetto a quanto previsto è "fonte di preoccupazione, soprattutto alla luce di prospettive di crescita modeste". Questa è infatti frenata da una situazione di "incertezza e condizioni creditizie difficili". Da qui il doppio monito del commissario Olli Rehn all'Italia: da una parte, attuare "pienamente" le misure decise l'anno scorso e quest'anno, e dall'altro "proseguire gli sforzi di consolidamento del bilancio al di là del 2013". E niente ha potuto la rielezione di Obama per rassicurare le borse dopo i catastrofici dati sull'economia di Eurolandia, che hanno bruciato 100 miliardi di euro: Milano ha chiuso in forte calo a -2,49%, così come Madrid (-2,26%), Francoforte (-1,96%), Parigi (-1,99%) e Londra (-1,58%). (ANSA). ZSL/