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Prezzo petrolio, monarchie Golfo non cambiano linea

Hanno surplus sufficienti. Picchiata greggio serve a 'ripresa'

27 gennaio 2015, 12:06

Redazione ANSA

ANSACheck

I ministri del petrolio del Golfo in riunione a Riad. - RIPRODUZIONE RISERVATA

I ministri del petrolio del Golfo in riunione a Riad. -     RIPRODUZIONE RISERVATA
I ministri del petrolio del Golfo in riunione a Riad. - RIPRODUZIONE RISERVATA

(Di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI  - Il declino regolare del prezzo del petrolio, dimezzato dallo scorso giugno, non preoccupa le monarchie del Golfo Arabico che confidano nel robusto ammortizzatore di surplus accumulati negli anni precedenti per tenere stabili e competitive le rispettive economie. Il 20 gennaio scorso il prezzo del greggio ha raggiunto il livello piu' basso dal settembre 2010: 46,49 dollari al barile.

Sei mesi fa, il valore di un barile era di 120 dollari.

Il calo, indicano le stime, portera' il picco delle esportazioni di greggio di 743 miliardi di dollari del 2012, alla valle dei 140 miliardi di dollari nel 2015.

Con l'attuale produzione petrolifera, il prodotto interno lordo complessivo dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) - Arabia saudita, Qatar, Kuwait, Bahrein, Emirati Arabi Uniti Oman - registrera' quest'anno una crescita del 3,4% rispetto al 4,1% del 2014. Il bilancio fiscale slittera' invece da un surplus del 4,8% nel 2014 ad un deficit del 2,1% nel 2015.

Il blocco tuttavia non torna sui suoi passi. "La decisione presa a novembre durante la riunione dell'Opec di non tagliare la produzione e' giusta," ha ribadito il ministro dell'energia emiratino Suhail Mohammad al Mazrouei aggiungendo che "il mercato ha bisogno di stabilizzarsi da solo.

E' bene per l'economia mondiale, e' bene per la Cina. Aiutera' la crescita".

A giugno si potra' rivalutare la situazione, suggerisce Al Mazrouei facendo eco alle parole del ministro dell'economia che ha dichiarato oggi al quotidiano Gulf News che "il prezzo del petrolio non calera' ancora per molto, a meta' anno ci sara' un inversione aiutata anche dall'attesa svolta positiva di alcune economie come quella dell'Europa, degli Usa, della Cina." Gli analisti economici concordano nel non legare la capacita' di spesa delle sei sorelle agli attuali prezzi del petrolio. Non nel breve termine almeno: hanno infatti accumulato surplus tali da assorbire gli scossoni del mercato per diversi mesi. Uno studio della banca d'investimenti VTB Capital stima che una vendita del petrolio ad una cifra media di 60 dollari al barile, consente ai regni del Golfo di coprire la spesa pubblica per altri 2-5 anni. I fondi sovrani piu' deboli, al momento, sono quelli dell'Oman e del Bahrein.

Molti dei leader dei sei Paesi hanno gia' affermato che la spesa per lo sviluppo economico non sara' tagliata, non caleranno gli investimenti nel settore petrolifero sebbene qualche rallentamento non sia escluso.

Debiti estremamente bassi e il consolidamento di beni stranieri ancorano oggi i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo in una posizione molto piu' stabile rispetto agli anni '80 e '90, rilevano ancora analisti di settore. Un prolungarsi eccessivo della situazione porterebbe, tuttavia, ad inevitabili aggiustamenti fiscali, avvertono. (ANSAmed).

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