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Grecia: governo nega rottura con Fmi, pronti a pagare

Tsipras in difesa dopo voci insolvenza e piano valuta parallela

03 aprile 2015, 19:52

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - ROMA, 3 APR - Il negoziato fra la Grecia e i suoi creditori si avvicina all'ora X, che potrebbe essere fra una settimana, fra segnali d'allarme - da una rottura con il Fondo monetario internazionale a un ipotetico 'piano B' per blindare il sistema bancario e introdurre una valuta parallela - e continue smentite ufficiali.

Di certo si sa che il governo di Alexis Tsipras sta passando al setaccio le casse delle controllate pubbliche e dei fondi pensione, per reperire le risorse necessarie ad affrontare i prossimi pagamenti. E che il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis porta avanti il negoziato sulle riforme, in vista della nuova riunione dei tecnici mercoledì, tentando un'accelerazione di fronte a un'Europa che ostenta calma.

Tsipras, intanto, si appresta a fare le valigie per Mosca dove lo riceverà Vladimir Putin: il presidente russo, interessato a un 'rompete le righe' nella coesione europea sulle sanzioni alla Russia, non sarebbe affatto pronto a sostenere finanziariamente la Grecia. Ma potrebbe, in un gesto simbolico, allentare l'embargo sulle importazioni alimentari greche. E fornisce volentieri la sua sponda ad Atene, in un gioco delle parti mediatico in cui la Grecia agita lo spettro di un'improbabile alleanza con Mosca.

Da qui in poi, la vicenda greca è offuscata dalle indiscrezioni. Ieri la voce secondo cui Atene avrebbe supplicato l'Europa di anticipare una parte degli oltre sette miliardi dell'ultima tranche di aiuti e scongiurare così una bancarotta interna pronta a scattare già giovedì prossimo. Atene ha prontamente smentito, ma oggi è stata costretta a tornare sul tema. "Siamo pronti a pagare il 9 aprile", ha detto il viceministro delle Finanze, Dimitris Mardas dopo che oggi il Telegraph ha scritto che la Grecia non sarà in grado di far fronte al rimborso di 458 milioni di euro dovuto al Fondo monetario internazionale. Non è bastato. Al coro si è aggiunto lo Spiegel, secondo cui alla teleconference di mercoledì con gli sherpa dell'Eurogruppo il rappresentante greco avrebbe praticamente insultato lo staff del Fmi presente ad Atene. Che, di fronte allo stallo delle trattative, sarebbe pronto a fare le valigie per lasciare temporaneamente la capitale greca. Nuova smentita, anche qui, del ministero delle Finanze, secondo cui Atene avrebbe descritto con parole di lode il lavoro del personale di Washington, e la partenza dello staff da Atene sarebbe esclusivamente legata alle vacanze di Pasqua e alle riunioni del Fmi la prossima settimana nella capitale Usa.

Il Telegraph, in particolare, scrive che in assenza di un cedimento da parte dei partner europei, Atene sarebbe pronta non solo a ritardare il rimborso al Fmi. "Chiederemo le banche e le nazionalizzeremo, e poi emetteremo dei 'pagherò' se necessario.

ma non diverremo un protettorato della Ue", dice una fonte al quotidiano britannico. Un'ipotesi, quella dei pagherò, già circolata nelle scorse settimane: si tratterebbe di una valuta interna, parallela all'euro, con cui pagare pensioni e altri adempimenti dei settore pubblico. Idea di dubbia efficacia secondo molti esperti, così come l'idea di un addio all'euro, che Goldman Sachs boccia senza mezzi termini come economicamente non realizzabile. Una eventualità però non esclusa da Cipro, tanto che Nicosia ha pronto un piano in caso di Grexit. "Voglio credere che non vi sia un rischio di questo tipo, tuttavia abbiamo pronto un piano per gestire al meglio ogni possibile effetto di qualsivoglia scenario nuovo", ha detto il Presidente cipriota Nikos Anastasiades. Ed è in questo scenario che Atene si appresta a rinnovare, mercoledì, titoli di Stato a breve in scadenza emettendo sui mercati 875 milioni di euro: secondo indiscrezioni circolate questa volta in Grecia, alcuni investitori esteri avrebbero chiesto al governo di mettere a disposizione attività a garanzia dei loro soldi, in cambio della partecipazione all'asta.(ANSAmed).

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