Terna e Steg sono azioniste di una società di progetto che studia da anni quest'opera, il cui valore si aggira sui 600 milioni di euro, per la posa di un cavo sottomarino di circa 200 km.
I due ministri, dopo avere ricordato che in occasione della Conferenza Euromediterranea per l'Energia, che si è svolta lo scorso novembre a Roma durante il semestre di Presidenza Ue, sono state individuate alcune delle opere di interesse strategico tra l'Unione europea e gli Stati dell'altra sponda del Mediterraneo per arrivare all'integrazione in campo elettrico e del gas, hanno sottolineato come il progetto allo studio di Terna e Steg rientri tra queste. I benefici, secondo i due Paesi, sarebbero notevoli sia per la Tunisia che per l'Italia ma anche per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti dell'Ue. I ministri hanno anche rimarcato l'intenzione dei due governi di procedere alla realizzazione del progetto il quale tuttavia, visti i benefici che comporterebbe anche in ambito Ue, necessiterebbe di supporto finanziario comunitario per andare avanti, in quanto risulta difficilmente finanziabile nell'ambito di meccanismi delle tariffe regolate. Per questo i due ministri auspicano che, al fine di favorire lo sblocco di finanziamenti Ue, l'opera sottomarina possa essere inserita nell'European Fund for Strategic Investment - Efsi anche al fine di favorire investimenti privati. (ANSAmed).
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