La Legge sugli investimenti strategici consente che tutti i progetti dichiarati tali siano trattati d'urgenza a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica e abbiano la più alta priorità politica. Il valore dell'investimento è stimato a 600 milioni di euro, cifra che con i gasdotti e le altre infrastrutture collegate dovrebbe raggiungere il miliardo di euro. I rigassificatore nel nord Adriatico è stato inserito anche sulla lista dei progetti della Strategia per la sicurezza energetica dell'Ue. "Per noi questo progetto è di importanza strategica perché lo è anche per l'intera Europa", ha spiegato il ministro dell'economia, Branko Grcic, motivando la decisione del governo. La costruzione dovrebbe iniziare a metà del 2016 per fare in modo che il terminal sia pienamente operativo nel 2019. Secondo la stampa l'idea, che in Croazia esiste da quasi due decenni, ha ottenuto un forte appoggio da parte delle cancellerie occidentali e da Washington, con l'intensificarsi della crisi in Ucraina e il deterioramento dei rapporti con la Russia. Il governo croato non dovrebbe essere però il principale investitore, ma a esso spetta preparare tutta la documentazione tecnica ed ecologica del progetto, per poi offrire la sua realizzazione a privati. Per ora si prevede un Gnl con due terminal che potranno contenere fino a sei miliardi di metri cubi di gas. Il fabbisogno annuo della Croazia e di 2,7 miliardi di m3, e il restante sarà destinato ai Paesi dell'Europa centrale e sud-orientale.
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