(di Olga Piscitelli)
(ANSAmed) - RABAT, 12 FEB - Il nulla osta è arrivato. A
cinque mesi dal giorno fissato per l'inaugurazione, Ikea Maroc
può aprire le porte e accogliere i clienti. L'esasperazione tra
gli oltre 400 dipendenti era alle stelle; il clima di tensione
ormai palpabile.
Come in una telenovela, lo sbarco del colosso dei mobili low
cost in Africa ha appassionato il Marocco. Ufficialmente
sprovvisto di un certificato di conformità, ma ufficiosamente al
centro di una guerra diplomatica con la Svezia, Ikea ora è
pronta ad accogliere gli appassionati di design fai da te a
Zenata, borgo industriale alle porte di Casablanca. Il 22
febbraio è prevista una giornata di apertura per parenti e amici
dei dipendenti, una sorta di prova generale del via agli
acquisti.
Era il 29 settembre, giornata fissata per l'inaugurazione,
quando le autorità municipali di Casablanca hanno bloccato le
porte. Tutto annullato per colpa di un certificato di conformità
che è uno dei documenti più semplici della complessa burocrazia
marocchina. Il sospetto è che il marchio di mobili in kit sia
stato boicottato per una ragione politica. E diplomatica
innanzitutto. Pochi giorni prima era stato presentato in
Parlamento a Stoccolma un progetto di legge che voleva
riconoscere la Repubblica araba democratica sahrawi dando così
rappresentanza diplomatica al Fronte Polisario.
L'ex colonia spagnola controllata dal Marocco ma rivendicata
dal gruppo di separatisti maghrebini è da sempre la spina nel
fianco di Rabat. Inutili fin qui i tentativi di mediazione Onu
per cercare di ricomporre i dissidi tra il movimento
indipendentista che vorrebbe un referendum di autodeterminazione
e il re del Marocco che non rinuncia ai territori più
occidentali.
L'arrivo del certificato che mancava per aprire il grande
magazzino blu con l'insegna gialla coincide in effetti con un
passo indietro di Stoccolma che ha rinunciato al progetto di
legge al centro della polemica.
Ikea, nata dall'idea di Ingvar Kamprad, che oggi è il
presidente della società con sede nei Paesi Bassi, arriva ora
ufficialmente in Marocco con la mediazione di SYH Morocco,
filiale del partner kuwaitiano Al Homaizi, che da più di 30 anni
ha il marchio svedese in Medio Oriente. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA