Da oltre 10 anni il Paese ''punta a diversificare la propria economia''. Una economia dove gli idrocarburi rappresentano circa il 30% del Pil reale del Paese - il 98% delle esportazioni e oltre il 70% delle entrate fiscali - mentre il settore non oil cresce del 5,5% nel 2015. ''Le aziende italiane in Algeria - fa notare - non mostrano un interesse particolare per una collocazione effettiva e sostenibile sul mercato algerino e la loro presenza deve essere rafforzata e maggiormente diversificata per inserirsi in un approccio di integrazione economica globale sostenibile''. Diversi i settori in cui le imprese italiane possono penetrare: ''agricoltura, pesca, industria meccanica, medicinali, elettronica, prodotti alimentari e petrolchimici, pellami e tessuti, nuove tecnologie dell'informazione, costruzioni navali, metalliche meccaniche per l'ambiente, il turismo, la costruzione e la manutenzione di grandi infrastrutture, i trasporti'', ricorda. ''Ci aspettiamo più entusiasmo da parte degli investitori italiani nel nostro Paese'', conclude il diplomatico. Il protocollo siglato assieme alla presidente della CGEA, Saida Neghza, è solo uno dei passi che Assafrica intende compiere a livello diplomatico, come ha ricordato il presidente, Fausto Aquino, ''una azione diplomatica che non si fermerà unicamente al Paese maghrebino''. (ANSAmed).
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