(ANSAmed) - NAPOLI, 20 APR - Vecchie caserme militari,
fabbriche dismesse nel centro cittadino, antiche ville in
rovina, tutti edifici che possono avere una seconda possibilità
di vita. Si è parlato di questa a Napoli nell'incontro finale
del progetto 2nd Chance, finanziato dall'Unione Europea
attraverso il pano Urbact. La città partenopea è capofila di una
rete di 11 grandi città che hanno condiviso esperienze e
progetti per la riattivazione dei grandi edifici e vuoti urbani
abbandonati: Liverpool (Regno Unito), Lublino (Polonia), Maribor
(Slovenia), Bruxelles (Belgio), Caen (Francia), Chemnitz
(Germania), Gijon (Spagna), Dubrovnik (Croazia), Genova
(Italia), Porto (Portogallo) sono le altre città coinvolte che
hanno presentato a Napoli i loro progetti.
"Sulla rigenerazione urbana e il recupero di spazi
abbandonati - ha spiegato il sindaco di Napoli Luigi de
Magistris - la nostra città è considerata capofila perché si è
sperimentato con successo la partecipazione degli abitanti alla
ristrutturazione dei luoghi. L'Ue guarda con favore il rapporto
tra bellezza dei territori, recupero e partecipazione della
gente". A Napoli il progetto di riqualificazione riguarda il
complesso delle Ss. Trinità delle Monache (Ex - Ospedale
Militare) ai Quartieri Spagnoli, elaborato attraverso un
processo di progettazione partecipata che ha coinvolto cittadini
e amministrazione comunale. "Non è un lavoro astratto - ha
spiegato l'assessore all'urbanistica Carmine Piscopo - ma
l'inizio di una riqualificazione fisica del luogo e oggi
presentiamo le ipotesi di trasformazione. Di recente l'Ue ha
premiato Napoli con un ulteriore finanziamento sugli usi civici
e il modo in cui la città interpreta i beni comuni".
Tra i progetti presentati anche quello di Dubrovnik, in
Croazia, dove si lavora per ristrutturare Villa Gucetic, un
bellissimo edificio di cui sono rimasti solo le mura perimetrali
nella zona che un tempo ospitava le ville dell'aristocrazia. "Lì
intorno - spiega ad ANSAmed Elena Loncaric, rappresentante della
città croata - è nato un quartiere di alti palazzi, ma senza
spazi comuni, è in pratica un dormitorio. Il progetto del
quartiere si fermò infatti per la guerra e dopo sono venuti meno
i finanziamenti. Ora vogliamo ristrutturare questo edificio per
farne un centro culturale, con negozi, un cinema, un teatro.
Stiamo cercando i fondi, servono circa 4 milioni di euro".
A Gijon, in Spagna, immaginano che una vecchia fabbrica di
tabacco possa diventare un centro culturale ma anche un
incubatore di impresa: "E' chiusa da 14 anni - racconta Enrique
Rodriguez Martin - la struttura è stata rovinata da
infiltrazioni di acqua, ci vorrà una ristrutturazione lunga a
lenta anche perché nel sottosuolo ci sono resti archeologici, ma
è proprio nel centro storico di Gijon. Vogliamo trasformarla in
uno spazio di creatività per giovani imprenditori sui settori
contemporanei, dal design alla creazione di videogames". A
Genova fari puntati sull'ex Caserma Gavoglio dismessa dagli anni
'80 e che potrebbe diventare uno spazio condiviso per il
quartiere Lagaccio, area popolosa ma con poche infrastrutture.
(ANSAmed).
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