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Libia: Cirenaica annuncia fine blocco terminal petroliferi

Sidra e Ras Lanuf verrebbero riaperti. Tripoli non conferma

02 luglio 2014, 18:40

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - TRIPOLI, 2 LUG - Il blocco dei maggiori terminal petroliferi orientali della Libia, occupati da quasi un anno dal principale gruppo autonomista dell'est libico che ne impedisce il funzionamento, potrebbero presto riprendere a funzionare.

La notizia é stata data oggi da un portavoce dell'Ufficio politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica) che ha parlato di imminente riapertura di Sidra e Ras Lanuf, i due più importanti porti del Paese ancora nelle mani del gruppo autonomista dell'est libico. Un evento che dà nuove speranze all'economia libica, in ginocchio dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi (fine 2011) e dalla successiva quasi totale interruzione dell'export di greggio.

Un accordo sarebbe stato concluso ieri nella città orientale di Tobruk (Sidra e Ras Lanuf hanno una capacità totale di circa 500.000 barili al giorno) dal governo libico e dai ribelli che dallo scorso luglio bloccano 4 dei 9 porti del paese. Per il momento non c'è stata conferma ufficiale dalle autorità di Tripoli.

La notizia di una trattativa non è comunque nuova: un'intesa era stata raggiunta in aprile dal governo di Al Thinni per la riapertura degli altri due porti orientali "minori" occupati dai ribelli, quelli di Zuetina e Hariga. L'accordo prevedeva inoltre che i due più grandi, Sidra e Ras Lanuf, sarebbero stati ''liberati'' nelle successive settimane a condizione che il governo acconsentisse ad alcune richieste dei ribelli.

I termini finali del compromesso della scorsa notte non sono peraltro stati resi noti. I negoziati di aprile tra il governo e l'ufficio Politico di Barqa, il movimento della Cirenaica che ha imposto il blocco per quasi un anno, hanno visto la mediazione dei leader tribali. Ma la riapertura di Sidra e Ras Lanuf fu ritardata dopo la nomina a premier di Ahmed Mitig, sostenuto dai fondamentalisti ma contrastato invece dal gruppo autonomista. Tra le richieste avanzate ad aprile, oltre alla creazione di una commissione d'inchiesta sugli abusi nella vendita di greggio da parte del governo, figuravano anche il trasferimento del quartier generale delle forze di sicurezza che proteggono gli impianti petroliferi nella cittadina orientale di Brega e il pagamento degli arretrati alle guardie di sicurezza che bloccavano gli impianti. Il gruppo ha inoltre chiesto al governo di non perseguire i responsabili del blocco.

Il movimento autonomista è stato costituito dall'ex ribelle Ibrahim Jadran, in prima linea durante la rivoluzione del 2011 che, con l'aiuto della Nato, portò alla caduta di Gheddafi. Dalla fine di luglio 2013 il 34enne Jadran, diventato responsabile delle guardie di sicurezza di alcuni impianti petroliferi, ha approfittato della sua posizione per guidare le proteste che hanno bloccato i maggiori porti ed siti di estrazione del paese accusando il governo di corruzione sulla vendita di greggio e di marginalizzare l'est. Jadran chiedeva quindi di trattenere una quota maggiore dei proventi dell'export e di trasferire le sedi di alcune istituzioni chiave nell'est.

Inoltre pretendeva di indire un referendum sull'autonomia della Cirenaica.

Il blocco dei porti e la conseguente interruzione della produzione e delle esportazioni dall'est ha messo in ginocchio l'economia libica, con perdite per oltre 20 miliardi di euro in un Paese che dipende primariamente dal petrolio. La produzione è infatti calata a meno di 200.000 b/g, contro i 1.6 milioni del periodo gheddafiano. Ora la speranza é che l'attività possa ripartire, dando un po' di sollievo alla popolazione. (ANSAmed).

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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