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Med: migrazione è capitale umano da sfruttare e valorizzare

Euromed, risorsa per sviluppo Paesi ospiti ma anche d'origine

17 settembre, 12:39

(di Chiara Rancati) (ANSAmed) - LIONE, 17 SET - Nell'Unione Europea ci sono circa 47 milioni di migranti, cittadini extracomunitari ma anche europei che vivono e lavorano in un Paese diverso da quello in cui lavorano. Molti sono diplomati, laureati, e portatori di competenze e valori che possono dare un contributo cruciale all'economia e alla società dei Paesi che li ospitano.

Sono i 'Campioni della migrazione', che danno il nome alla conferenza organizzata dall'agenzia Euromed a Lione, per discutere del contributo che questo capitale umano può dare alle società, e dei modi in cui si possano utilizzare in modo vantaggioso per tutti le loro risorse in materia di capitale, conoscenza ed energia personale. "E' necessario parlare della migrazione in modo buono, come qualcosa che dà un contributo positivo alle società - ha sintetizzato in un intervento la scrittrice belga di origine marocchina Rachida Lamrabet - Oggi è percepito spesso come una minaccia per le società e le valori, perché nella mentalità di molti la migrazione significa un cambiamento brutale nella società, che scatena caos e disordine sfidando lo status quo. ma non è così. E' la nostra capacità di vivere con questa diversità e affrontare il cambiamento che può fare il successo di una società".

L'importanza di questi temi comincia a trovare riconoscimento anche nella società civile, dando vita a realtà come il Forum delle organizzazioni di solidarietà internazionale prodotto della migrazione (Forim), piattaforma nata in Francia nel 2002 per coordinare reti, associazioni e gruppi impegnati in attività sull'integrazione nel territorio francese e progetti di sviluppo nei Paesi d'origine. Il Forim riunisce oggi circa 700 realtà attive in Africa subsahariana, nel Maghreb, nel Sudest asiatico e nei Caraibi, e, nelle parole della presidente Khady Sakho, "mostra un'immagine specifica della vita associativa dei migranti e mette in evidenza i lati positivi della doppia appartenenza, dando un contributo alla società francese e allo stesso tempo stabilendo una partnership durevole con i territori d'origine, in materia economica ma anche, per esempio, di trasferimento delle competenze tecniche e tecnologiche".

Questo tipo di approccio, interessato ad arricchire tanto il Paese ospite quanto quello originario, ha trovato sponda anche sul fronte pubblico, per esempio con la creazione di "network di influenza", come l'agenzia Connect Ireland o il Consiglio della diaspora portoghese, attraverso cui i cittadini residenti all'estero di un determinato Paese possono aiutarne la promozione, in particolare presso le aziende interessate allo sviluppo internazionale. Sullo sfondo, sottolineano gli organizzatori dell'incontro di Lione in uno degli studi preparatori, c'è un'evoluzione della mentalità: non vedere più le migrazioni come un fardello, da un lato, o una "fuga di cervelli", dall'altro, ma piuttosto come "un afflusso e uno scambio di cervelli", da cui tutte le parti coinvolte possono trarre beneficio. (ANSAmed)
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