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Mediterraneo: Città e regioni in prima fila su immigrazione

lavoro, sviluppo sostenibile, decentramento altre priorità 2015

15 dicembre, 14:27

(di Chiara Spegni) (ANSAmed) - ANTALYA, 15 DIC - Più voce in capitolo e più fondi a città e regioni dell'area del Mediterraneo per affrontare sfide comuni, a partire da quella dell'immigrazione: questo il leit motiv dell'Assemblea delle autorità regionali e locali del Mediterraneo (Arlem), che emerge dalla plenaria ad Antalya, in Turchia.

Secondo l'Arlem, braccio operativo regionale dell'Unione per il Mediterraneo (Upm), il dialogo fra i suoi 43 Paesi deve ampliarsi anche sul fronte immigrazione, con la possibilità di "sviluppare una politica della migrazione Euro-Mediterranea". Altro tema 'caldo' per Arlem è quello della gestione dei rifiuti, mentre per il 2015 le nuove priorità sono quelle del lavoro, di un'agenda urbana sostenibile, di una politica di vicinato Ue mirata sul territorio e di nuove macroregioni. "Ci aspettiamo un'attenzione più forte a regioni e città che accolgono rifugiati e immigrati" afferma Michel Lebrun, copresidente dell'Arlem, in vista di una riunione ministeriale dell'Unione per il Mediterraneo l'anno prossimo. Le autorità locali e regionali del Mediterraneo svolgono un ruolo "chiave" e chiedono di essere coinvolte nella definizione delle politiche e più fondi per accoglienza e integrazione.

"Non stiamo ricevendo aiuti sufficienti per coprire i costi dell'accoglienza degli immigrati" racconta Fawzi Masad, city manager di Amman, in Giordania, il Paese in cui "i rifugiati sono ormai in quarto della popolazione e stiamo costruendo un altro campo profughi". "Non possiamo andare avanti così: l'Europa e la comunità internazionale devono fare qualcosa" sottolinea Masad. Un'altra emergenza da affrontare per città e regioni dell'area del Mediterraneo è quella dei rifiuti: il volume di immondizia prodotto nella regione non fa che aumentare. "Dobbiamo cambiare la nostra cultura e diminuire la quantità di rifiuti, partendo da campagne nelle scuole" spiega Hani Abdalmash Al Ayek, sindaco di Beit Sahour (Territori palestinesi), che da febbraio 2015 sarà il prossimo copresidente dell'Arlem per la sponda Sud. La gestione rifiuti "è uno dei temi che proponiamo per la cooperazione fra Nord e Sud" afferma Mohamed Boudra, presidente del Consiglio regionale di Taza-Al Hoceima-Taounate in Marocco. Largo quindi a piani d'azione e raccolta differenziata, piattaforme di scambio di expertise, programmi di formazione, campagne di sensibilizzazione.

L'occupazione è un altro punto chiave per l'Arlem. "Oggi sia nei Paesi del Sud sia in quelli del Nord quello dell'occupazione giovanile è un problema reale" ricorda Lebrun. "Il nostro obiettivo è quello di una crescita economica che sia sostenibile e crei posti di lavoro" spiega Hani Abdalmash Al Ayek, annunciando un progetto promosso da Arlem in materia di agenda urbana sostenibile, che sarà realizzato in alcune città della sponda Sud, fra cui la sua Beit Sahour. "Il progetto - racconta Abdalmash Al Ayek - punterà sulle modalità di gestione di tutte le attività della città e del suo territorio". A livello politico, l'Arlem punta sullo sviluppo di due nuove macroregioni per affrontare sfide comuni: una per il Mediterraneo occidentale e una per il Mediterraneo orientale. Un punto cardine del programma del 2015 sarà inoltre il contributo alla revisione della politica di vicinato dell'Ue. In questo contesto "dobbiamo dare un ruolo maggiore a sindaci e regioni, per la gestione dei fondi Ue e mirando le politiche sui territori, tramite un maggiore decentramento" spiega Lebrun, annunciando che "Arlem si doterà di un osservatorio sul decentramento, che fisserà obiettivi per i Paesi del Sud".

(ANSAmed).

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