Secondo la Corte dei Conti europea, nonostante il difficile contesto politico e giuridico e il poco tempo a disposizione, la Commissione Ue ha elaborato un programma in linea di massima aderente agli obiettivi. Pur avendo raggiunto ''alcuni risultati importanti'', in generale ''la sostenibilita' dei progetti'' targati Ue nella parte settentrionale dell'isola si e' rivelata ''spesso incerta''. Ma nel caso della costruzione dell'impianto di dissalazione di Sirianokhori/Kumkoy, l'esecutivo europeo ''non ha gestito in modo efficace i rischi connessi all'attuazione di contratti per 27,5 milioni di euro''. A decretare il fallimento dell'impresa e' stata in particolare la decisione a dicembre del 2009 di firmare il contratto, all'ultimo momento utile, con una societa' con dipendenti greco-ciprioti, per poi doverlo rescindere due anni dopo. La societa' scelta infatti era priva delle garanzie necessarie per poter realizzare i lavori, a causa delle restrizioni dei diritti di accesso per i suoi dipendenti nella parte settentrionale dell'isola. Il dialogo con i leader politici, avviato troppo tardi, non e' riuscito a risolvere il problema. (ANSAmed)
Ue: Corte Conti, fallito maxiprogetto per turco-ciprioti
Per impianto dissalazione limiti accesso a operai greco-ciprioti
Secondo la Corte dei Conti europea, nonostante il difficile contesto politico e giuridico e il poco tempo a disposizione, la Commissione Ue ha elaborato un programma in linea di massima aderente agli obiettivi. Pur avendo raggiunto ''alcuni risultati importanti'', in generale ''la sostenibilita' dei progetti'' targati Ue nella parte settentrionale dell'isola si e' rivelata ''spesso incerta''. Ma nel caso della costruzione dell'impianto di dissalazione di Sirianokhori/Kumkoy, l'esecutivo europeo ''non ha gestito in modo efficace i rischi connessi all'attuazione di contratti per 27,5 milioni di euro''. A decretare il fallimento dell'impresa e' stata in particolare la decisione a dicembre del 2009 di firmare il contratto, all'ultimo momento utile, con una societa' con dipendenti greco-ciprioti, per poi doverlo rescindere due anni dopo. La societa' scelta infatti era priva delle garanzie necessarie per poter realizzare i lavori, a causa delle restrizioni dei diritti di accesso per i suoi dipendenti nella parte settentrionale dell'isola. Il dialogo con i leader politici, avviato troppo tardi, non e' riuscito a risolvere il problema. (ANSAmed)