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Energia: non solo gas, la sfida è nell'integrazione Euromed

Celozzi (Med-Tso),Mediterraneo sia davvero fulcro semestre Ue

15 luglio 2014, 12:13

Redazione ANSA

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Il cantiere per una nuova linea di interconnessione tra Italia e Francia, co-finanziata da Terna (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il cantiere per una nuova linea di interconnessione tra Italia e Francia,  co-finanziata da Terna (archivio) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Il cantiere per una nuova linea di interconnessione tra Italia e Francia, co-finanziata da Terna (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Luciana Borsatti) (ANSAmed) - ROMA - L'integrazione euromediterranea nel settore energetico è una condizione imprescindibile per lo sviluppo, al nord come al sud. Un esempio? Nelle prossime settimane, come ogni anno, le aziende italiane andranno in ferie, riducendo i consumi di energia. Sull'altra sponda, resteranno alti invece quelli dell'Algeria, con un un grande uso di condizionatori. Perchè dunque non trasferire in quel Paese l'eccesso di energia prodotta in Italia - grazie anche a quel 37% abbondante del fabbisogno che giunge dalle fonti rinnovabili - non utilizzata in loco? Perché mancano adeguate infrastrutture per il trasporto dell'elettricità.

A portare l'esempio è Michelangelo Celozzi, segretario generale di Med-Tso, associazione che raccoglie i gestori delle reti di 17 Paesi euromediterranei (Israele e Palestina inclusi) e che ha la sua sede presso gli uffici dell'Italiana Terna. Celozzi dice di aver appreso con interesse del progetto di far nascere una piattaforma euromediterranea nel settore del gas, annunciato nei giorni scorsi dal commissario Ue per l'energia Gunther Ottinger da Malta, al termine di un vertice con una decina di Paesi del sud del Mediterraneo. Ma sottolinea anche che la questione, che sarà portata alla Conferenza Ue sull'energia in programma nel novembre prossimo a Roma, non si riduce certamente alla gestione del gas. Proprio l'Algeria del resto - per tornare all'esempio iniziale - ne è uno dei maggiori produttori, ma questo non la affranca certamente dal bisogno di sostegno da altri Paesi nei momenti di maggior consumo. Come, più in generale, proprio i maggiori produttori di idrocarburi della sponda sud puntano anche allo sviluppo delle fonti rinnovabili per i propri consumi interni, preferendo destinare le proprie riserve di gas e petrolio alle esportazioni.

Si ribalta così uno scenario che appartiene al periodo pre-crisi, quando si guardava al Sud del Mediterraneo come a fornitore di energia solare per il fabbisogno del Nord, con progetti di matrice tedesca e francese (come il Desertek ed il Med Solar Plan) ora storicamente superati dai fatti: in primo luogo, per il ridursi della domanda di energia al Nord ed un aumento dei fabbisogni al Sud, insieme all'interesse di quello stesso Sud per lo sviluppo delle rinnovabili.

Da qui la necessità di nuove politiche energetiche che guardino alla creazione di un rete di interconnessioni per una distribuzione flessibile ed efficiente in tutta l'area, capace di assecondare i picchi della domanda in un'ottica di cooperazione tra i diversi partner regionali. E' questa la rete cui guarda Med-Tso per il suo piano di un collegamento tra il Maghreb e l'Europa che passi attraverso l'Italia, stimando necessaria - in una prospettiva da qui a dieci anni - la costruzione di 33 mila chilometri di linee ad alto voltaggio nell'area euromed, con una spesa di circa 20 miliardi di euro. Ed e' su queste basi che i paesi di Med-Tso guardano alla conferenza del novembre prossimo a Roma. "Noi puntiamo sull'integrazione - dice - e su progetti comuni concreti su cui investire risorse. Le imprese ci saranno, da Enel a Terna, ma serve anche l'impegno dei governi. Ma nella politica energetica italiana - aggiunge con una nota polemica - la parola Mediterraneo davvero c'è?". Il suo interrogativo fa esplicito riferimento all'articolo odierno del Financial Times nel quale si accusa l'Italia di essere un ostacolo nella Ue per azioni più dure contro la Russia, per i suoi interessi comuni con Mosca anche in campo energetico. Ma che il Mediterraneo sia davvero al centro della visione italiana per il suo semestre di presidenza della Ue lo confermava nei giorni scorsi anche Enrico Granara, coordinatore delle politiche euromediterranee del ministero degli Esteri.

Dal punto di vista italiano, spiegava, l'integrazione euro-mediterranea è condizione "imprescibibile" per superare i problemi economici del sud come del nord, "e lo sviluppo delle infrastrutture", comprese quelle energetiche, e' una chiave per lo sviluppo e la crescita dell'occupazione sulle due sponde.

L'Italia infatti, sempre secondo Granara, crede che sia ora prioritario concentrarsi su politiche energetiche comuni, a partire da gas e fonti rinnovabili, sulle reti infrastrutturali, sul coordinamento degli investimenti e delle autorità nazionali per l'energia. Tanto che la conferenza di Roma dedicherà specifiche sessioni proprio ai temi delle interconessioni posti da Med-Tso e agli enti regolatori dell'area euro-med, raccolti nell'associazione Med-reg. Due associazione che hanno sede, non a caso, proprio in Italia: la prima presso Terna a Roma, la seconda presso l'Autorità per l'energia a Milano. (ANSAmed).

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