La riunione costituirà un'importante occasione di confronto fra decine di sindaci e governatori di enti locali delle tre sponde del Mediterraneo, con l'obiettivo di rafforzare la cooperazione per affrontare sfide comuni, come quella dell'immigrazione. Un fenomeno che secondo Arlem, braccio operativo regionale dell'Unione per il Mediterraneo, va affrontato riconoscendo il "ruolo chiave" svolto dalle autorità locali, che vanno maggiormente coinvolte nella definizione e attuazione delle politiche nazionali e internazionali su questo fronte, e che devono ricevere risorse proprio per rispondere ai propri obblighi, in termini di accoglienza e integrazione. L'Arlem chiede che il dialogo dei 43 Paesi partecipanti si allarghi anche su questo fronte, per trovare insieme "soluzioni comuni" e la possibilità di "sviluppare una politica della migrazione Euro-Mediterranea". Sono necessari piani di emergenza, che assicurino il coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle crisi umanitarie (governi, organizzazioni internazionali, ong, autorità locali e regionali) "per chiarire le proprie responsabilità e assicurare un adeguato finanziamento" di città e regioni. Dall'altro lato, occorre lavorare con le autorità locali in campagne contro stereotipi negativi degli immigrati, misure di integrazione, corsi di lingua, riunificazione delle famiglie.
Altro capitolo clou della riunione in Turchia è quello dedicato allo sviluppo di nuove strategie macroregionali, che andranno ad aggiungersi a quella appena lanciata Adriatico-Ionica. L'Arlem, secondo quanto afferma un rapporto che passerà all'esame della plenaria, rivolgerà un appello al Consiglio Ue perché faccia una richiesta formale in questa direzione, mentre chiederà ai Paesi partner dell'Ue nel Mediterraneo di dare il loro supporto. L'idea è quella di una strategia per il Mediterraneo occidentale che includa Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Marocco, Mauritania, Algeria e possibilmente Libia. Un'altra macroregione invece sarebbe più rivolta a est, con Turchia, Libano, Siria, Territori palestinesi, Israele ed Egitto.(ANSAmed).
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