(di Cristiana Missori)
(ANSAmed) - ROMA, 4 DIC - Il Mediterraneo torna al centro
dell'agenda internazionale. Riparte dalla ''Conferenza MED 2015
- Mediterranean Dialogues'', organizzata a Roma dal ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e
l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale dal 10 al 12
dicembre prossimi, il tentativo di mettere attorno a un tavolo i
leader politici, economici, della sicurezza, della cultura e dei
media di per fare il punto sulle crisi in atto nella regione ma
anche per gettare le basi per ''un'agenda futura che sia
positiva'', come ha spiegato stamani alla stampa il ministro
degli Esteri Paolo Gentiloni.
Circa 300 i rappresentanti provenienti da 40 Paesi che
prenderanno parte alla tre giorni: dal re di Giordania, Abdallah
II, al segretario generale della Lega Araba, Nabil El Araby; dal
premier tunisino Habib Essid, al ministro degli Esteri del
Qatar, Khalid Bin Mohammed Al Attiyah; dall'ad di Eni, Claudio
Descalzi, al tycoon egiziano Naguib Sawiris; dal Commissario Ue
all'antiterrorismo Gilles de Kerchove a quello per le
Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, fino all'Alto rappresentante
per la politica estera europea, Federica Mogherini. Si parlerà
di sicurezza, minaccia terroristica, energia, emergenza
migratoria nel tentativo di ''ricreare gradualmente un tessuto
di ordine che sembra completamente lacerato'', fa sapere
Gentiloni. Il Mediterraneo, ha detto il titolare della
Farnesina, ''si trova in un momento cruciale e l'Italia lavora
per rimetterlo al centro dell'agenda''. Folta anche la
rappresentanza italiana, con in prima fila il premier Matteo
Renzi e i ministri per lo Sviluppo economico e della Difesa,
Federica Guidi e Roberta Pinotti, al presidente di
Confindustria, Giorgio Squinzi.
Tre giorni di confronto che precedono un altro importante
appuntamento, ha ricordato Gentiloni - quello del 13 dicembre
sulla Libia - in cui forse qualcosa potrebbe muoversi, almeno
questo l'auspicio della Farnesina, anche sul fronte del processo
di pace in Medio Oriente, vista la presenza dei due capo
negoziatori, Silvan Shalom e Saeb Erekat. ''Non penso che la
Conferenza sul Mediterraneo troverà una soluzione al processo di
pace in Medio Oriente ma vista la situazione di stallo e così
delicata, ogni occasione di incontro e dialogo è assolutamente
prezioso'', sottolinea Gentiloni.
Il Mediterraneo va dunque visto come un mare di opportunità.
A cambiare gli scenari, rammenta il responsabile della
diplomazia italiana, l'accordo sul nucleare iraniano, il
raddoppio del Canale Suez e la recente scoperta dell'Eni in
Egitto, ma anche i tassi di crescita del continente africano e
la nuova via della seta con la previsione di 60 miliardi di
investimenti cinesi. E poi ancora, la tutela dei beni comuni del
Mar Mediterraneo, come i 400 siti Patrimonio Unesco e le 236
aree marittime protette. E' da qui che bisogna ripartire, per
questo, ha concluso Gentiloni, l'idea è che questa prima
edizione diventi un appuntamento fisso, ''tra i più rilevanti
sulla scena internazionale''. (ANSAmed).
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