Ospite d'onore il re Abdallah di Giordania che ha tenuto a sottolineare come il terrorismo "minaccia il mondo intero" e contro l'Isis "ci solleveremo insieme o cadremo insieme". "Noi combattiamo i fuorilegge dell'Islam. Criminali che non risparmiano nessuno, non rispettano nessun confine né morale né geografico", ha spiegato evocando quanto già affermato dalla regina Rania, in mattinata alla Sapienza: "Questi terroristi non hanno nulla di islamico".
E' una guerra comune, dunque, che coinvolge tutti, per la quale "serve una soluzione di respiro strategico - ha precisato Renzi -, no a soluzioni last minute". In particolare, hanno sottolineato il premier e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, una soluzione che si basi su tre pilastri: giungere a una transizione politica in Siria, sostenere l'Iraq e arrivare a un governo di accordo nazionale in Libia "al più presto".
Proprio in Libia - "una regione cui siamo più legati" - lo Stato islamico "sta tentando di conquistare più spazio", ha messo in guardia Renzi, auspicando che la Conferenza sulla Libia di domenica 13 dicembre a Roma rappresenti un "punto di svolta" e ribadendo "la disponibilità dell'Italia a guidare una missione di assistenza e formazione a supporto del futuro governo libico".
Nella sala della conferenza, organizzata dalla Farnesina e dall'Ispi, è ancora presente alla mente di tutti la strage di Parigi del 13 novembre. A chi fa "facili ironie sulla sfida culturale" che il premier italiano intende lanciare per contrastare il radicalismo, Renzi ha ricordato che "la cultura non è l'unica arma, ma è il sistema immunitario delle nostre società contro la deriva del fanatismo". Perché la minaccia, ha sottolineato il presidente del Consiglio, nasce anche "nelle nostre periferie": "Trovo difficile - ha spiegato - che si continui a raccontare che i problemi del nostro grande continente derivino solo da agenti esterni. Una parte rilevante dei terroristi" che ha colpito in questo 2015 "è cresciuta e si è abbeverata in Europa". Se la minaccia arriva dall'interno dunque, non basta andare a bombardare in Siria e Iraq né serve chiudere Schengen, è il ragionamento di Renzi.ß ß ßCosì come di fronte alle stragi quotidiane di profughi in mare, "l'Italia continuerà a salvare vite, anche prendendosi le critiche e gli insulti di altri Paesi europei". "Possiamo perdere dei voti - ha detto - ma non possiamo perdere noi stessi e la nostra anima". (ANSAmed)
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