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Libri: Verso un Egitto democratico di Antonio Badini

Le sfide di Morsi,primo presidente eletto, il ruolo dell'Italia

17 dicembre, 11:48

La copertina del libro 'Verso un Egitto democratico' di Antonio Badini, ex ambasciatore d'Italia al Cairo La copertina del libro 'Verso un Egitto democratico' di Antonio Badini, ex ambasciatore d'Italia al Cairo

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA - ''L'Egitto si avvia verso un futuro democratico. Certo, il percorso sara' lungo e travagliato ma l'esito e' certo''. Non ha dubbi in merito al futuro del Paese, Antonio Badini - ex ambasciatore d'Italia al Cairo - che alla rivoluzione del 25 gennaio e, soprattutto al primo presidente eletto, Mohamed Morsi, dedica il suo ultimo libro ''Verso un Egitto democratico'' (Fazi editore, pp. 120, 4.90 Euro). Il volume, che sara' presentato oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati, analizza la posta in gioco e i retroscena della transizione egiziana. ''L'idea - racconta ad ANSAmed l'ex diplomatico - era quella di dare una chiave di lettura diversa dei fatti che i media, in particolare quelli occidentali, hanno riportato e continuano a riportare, dipingendo un Paese nel caos e in preda al radicalismo islamico''. Troppo spesso, lamenta il presidente dell'Associazione di Amicizia Italia-Egitto, la realta' e' totalmente diversa rispetto a cio' che si legge o si vede in Tv dove si tende a calcare la mano sugli scontri in atto tra le due anime del Paese. ''La storia insegna che l'Egitto tende verso la stabilita''', rimarca Badini, che dal 2003 al 2007 ha guidato la missione diplomatica italiana nella capitale egiziana. Certo, dice, ''ci possono essere delle ondate di instabilita' ma poi queste rientrano''. I valori della rivoluzione ''sono quelli di piazza Tahrir e sono saldi''. Cronologicamente il libro si chiude con l'incognita della Carta costituzionale ancora tutta da elaborare e non ancora sottoposta a referendum popolare - come lo e' invece in questi giorni - e dunque ancora prima dell'emanazione del decreto presidenziale con cui Morsi ha ampliato a dismisura i suoi poteri. ''Uno dei passi falsi commessi dal capo dello Stato'', ammette Badini anche se ''e' necessario capire il perche' di questo decreto''.

Parla di un presidente politicamente ''nudo'', fino a quel momento ''privo di poteri e che ''ha dovuto subire, per esempio, lo scioglimento del Parlamento da parte della Corte Costituzionale''. ''Era assediato'', sostiene l'ex diplomatico. Tornando alla Costituzione, se i si' dovessero vincere al referendum e la Carta fondamentale entrasse in vigore - cosi' come e' stata approvata, da una costituente per nulla rappresentativa dell'intera societa' egiziana perche' dominata dagli islamisti, le cose si metterebbero male? La Costituzione, replica Badini, ''non durerebbe a lungo. Al massimo uno o due anni''. Qualsiasi sia l'esito del referendum, quel che conta ribadisce l'ex diplomatico ''e' che le forze politiche che hanno vinto democraticamente le elezioni in Egitto non vengano demonizzate solo perche' non piacciono all'Occidente''.

Sostenere, prosegue Badini, ''che le rivolte arabe non hanno portato a nulla di buono perche' hanno vinto gli islamisti non ha senso. Le rivolte fatte dagli arabi sono invece positive, perche' hanno rimosso quello steccato che ha impedito di fare evolvere il mondo arabo in senso democratico''. Il cammino dell'Egitto verso la democrazia dovrebbe, al contrario, ''essere al centro degli interessi europei e in generale occidentali''.

Accompagnare il Cairo in questa direzione, conclude, ''potrebbe persino aiutare l'Italia a rafforzare il suo ruolo nella regione e a rilanciare l'economia di entrambi i Paesi''. Il futuro dell'Egitto, e' convinto Badini, e' comunque roseo. (ANSAmed).

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