(ANSAmed) - ROMA, 9 MAR - Donne arabe e donne occidentali: le
prime ingabbiate, le seconde libere come il vento. Un cliché che
proprio in occasione della Festa della donna celebrata in tutto
il mondo, è emerso con ancora più evidenza. A cercare di
smantellare quello che spesso è un semplice luogo comune, ci
provano Ilaria Guidantoni e Maria Grazia Turri in 'Il potere
delle donne arabe' (Mimesis, pp. 177, 17 Euro), da poco nelle
librerie. Dedicato al femminile e alle donne del Mediterraneo,
il saggio prova ad andare oltre agli stereotipi per affermare la
forza della donna dei Paesi arabo-musulmani, malgrado tutte le
difficoltà e le contraddizioni politiche e storiche.
Le donne arabe, spiega Guidantoni, forse "hanno meno potere,
ma hanno la forza. Il potere può essere tolto, la forza no". E'
da qui che bisogna dunque partire. "La donna araba è un'immagine
esterna, un'approssimazione - prosegue l'autrice - che mette
insieme pericolosamente come fosse un'identificazione, l'essere
di cultura araba e musulmana".
Il volume offre un panorama delle relazioni private e sociali
che caratterizzano la vita delle donne immerse in Paesi molto
diversi tra di loro con una focalizzazione sulle differenze e
corrispondenze fra le tre grandi religioni monoteiste,
protagoniste in tutta quest'area del mondo. "Il mondo non-arabo
- ricorda Guidantoni ad ANSAmed - scambia Corano e politica
araba, spesso frutto di un'interpretazione strumentale della
religione che sovente è più avanti di quella civile, proprio
nella considerazione della donna e della sessualità". Nel libro
"propongo una lettura comparata tra Vecchio Testamento, Vangelo
e Corano". Tra Vangelo e Corano, sostiene, "esistono molte
similitudini". Come similitudini "esistono tra sponda Nord e Sud
del Mediterraneo; tra meridione d'Italia e Tunisia, per
esempio".
Nei diversi capitoli le autrici cercano di attraversare
l'universo femminile, femminista e delle donne in genere a 360
gradi, dall'arte, alla letteratura, dal rapporto con la
corporeità, alla posizione della donna nella famiglia, nella
società, nello specifico del lavoro e nella religione come anche
nell'impegno sulle tematiche e le lotte di genere. Due i Paesi
in particolare di cui parlano: Tunisia e Iraq. Il mondo
femminile arabo ne esce come un mondo a più velocità. "La vera
battaglia è soprattutto nel privato, nella mentalità familiare e
ancor più rispetto all'autocensura, a quella cultura
introiettata che fa parte dei geni, più difficile da scalfire".
Il bicchiere pare mezzo vuoto. "Direi a metà", conclude la
scrittrice. "Occorre prudenza per arrivare a riempirlo senza
rischiare di rovesciarlo. Forse recuperare la tradizione, quella
autentica, spirituale della cultura araba è il punto di
partenza".(ANSAmed).
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