"L'Italia - ha spiegato Gentiloni - e' impegnata anche sul piano umanitario, sia nei confronti della Siria che del Kurdistan. Sul piano militare abbiamo fornito armi leggere e munizioni ai peshmerga, d'accordo con il governo di Baghdad.
Stiamo inviando 280 addestratori, sempre nella zona di Erbil, d'intesa con il governo iracheno. Abbiamo diversi asset in Kuwait, quattro Tornado e due Predator, tutti con missioni non di combattimento, ma di ricognizione". "Molto - ha aggiunto il ministro - dipende dall'evoluzione politica sia in Iraq, dove c'è qualche passo in avanti nel senso di una maggiore inclusione da parte del governo dei curdi e delle comunità sunnite, sia in Siria, dove noi stiamo sostenendo l'impostazione dell'inviato dell'Onu, Staffan De Mistura, che sta cercando di procedere per tappe. Cercando tregue locali, a cominciare se possibile da Aleppo, seconda città più importante della Siria". Secondo Gentiloni, "i passi in avanti politici sono importanti tanto quanto l'azione di contenimento militare, che ha ottenuto dei risultati, ma che di per sè non risolverà rapidamente la sfida dell'Isis".(ANSAmed).