(di Rodolfo Calo')
(ANSAmed) - ANKARA, 24 FEB - Dimezzare la durata dell'obbligo
scolastico per favorire le scuole coraniche e il velo: appare
questo, almeno secondo le critiche che stanno bersagliando
l'iniziativa, l'obiettivo di una riforma della scuola che il
partito islamico del premier Recep Tayyip Erdogan ha mandato
all'esame del parlamento di Ankara.
Giornali laici di opposizione, sindacalisti ed esperti da
oltre un mese - ma soprattutto negli ultimi due giorni - hanno
preso di mira la portata islamica della riforma e sue presunte
pecche sottolineate sui quotidiani di oggi anche dalla Tusiad,
la Confindustria turca. La proposta di legge infatti abolirebbe
le attuali norme sull'obbligatorieta' della frequenza scolastica
per otto anni e la dimezzerebbe alle sole elementari. Anche se
indorato da possibilita' di educazione a distanza, secondo i
critici si tratta di un incentivo all'abbandono scolastico
soprattutto nelle zone piu' arretrate dell'est del Paese e negli
ambienti dove peggio si sopporta il divieto di portare il velo
nei locali statali, una delle norme imposte dalla virata laica e
occidentale compiuta negli anni Venti e Trenta dal fondatore
della Turchia moderna Kemal Ataturk.
La riduzione della durata dell'obbligo inoltre favorirebbe
gli ''Imam Hatip Lisesi'', le scuole religiose islamiche in una
delle quali si e' formato Erdogan. Dopo la terza vittoria
elettorale consecutiva, con una maggioranza di quasi il 50% dei
voti, il governo mocolore islamico di Erdogan ha gia' abolito i
limiti minimi di eta' per l'accesso a queste scuole e con la
riforma spingerebbe i bambini a disertare le scuole medie laiche
per rivolgersi a questi istituti in cui verrebbero ora aperte
anche sezioni di liceo.
Stampa laica come il quotidiano Milliyet, ma anche quella di orientamento islamico come Yeni Safak e fonti ufficiali del partito Akp di Erdogan sottolineano che la riforma elimina penalizzazioni che erano state inflitte alle scuole coraniche con il colpo stato militare ''post moderno'' del 1997, quello compiuto per defenestrare il premier islamico Necmettin Erbakan, l'antico mentore di Erdogan: l'obbligatorieta' della frequenza scolastica per otto anni era stata introdotta proprio allora con lo scopo di tagliare le gambe alle scuole coraniche. E il dbattito sulla riforma avviene proprio all'approssimarsi del 15/o annoversario di quel golpe (28 febbraio), nota senza sorpresa il quotidiano iper-laicista Cumhuriyet.
Senza rispolverare l'accusa di avere un' ''agenda segreta'' con i passi da compiere per re-islamizzare la Turchia, Cumhuriyet collega la riforma al proposito espresso di recente dal premier di ''formare una generazione pia'', una ''gioventu' religiosa''. La frase, accompagnata dalla domanda retorica ''vi aspettate che il partito conservatore e democratico Akp formi una generazione di atei?'', aveva innescato nelle tre scorse settimane un intenso dibattito in cui sono stati ricordati tutti i passi - spesso bloccati ma anche compiuti - per sdoganare il velo islamico nella vita pubblica e per agevolare le scuole coraniche. Peraltro le critiche della Confindustria, che chiede di ritirare la proposta di riforma, si appuntano su aspetti meramente tecnici circa un passo indietro del livello di istruzione delle giovani generazioni, pressioni sulla bambine delle campagne a ritirarsi dalla scuola e pericoli derivanti da un abbassamento a 11 anni dell'eta' minima per l'apprendistato.(ANSAmed).
Stampa laica come il quotidiano Milliyet, ma anche quella di orientamento islamico come Yeni Safak e fonti ufficiali del partito Akp di Erdogan sottolineano che la riforma elimina penalizzazioni che erano state inflitte alle scuole coraniche con il colpo stato militare ''post moderno'' del 1997, quello compiuto per defenestrare il premier islamico Necmettin Erbakan, l'antico mentore di Erdogan: l'obbligatorieta' della frequenza scolastica per otto anni era stata introdotta proprio allora con lo scopo di tagliare le gambe alle scuole coraniche. E il dbattito sulla riforma avviene proprio all'approssimarsi del 15/o annoversario di quel golpe (28 febbraio), nota senza sorpresa il quotidiano iper-laicista Cumhuriyet.
Senza rispolverare l'accusa di avere un' ''agenda segreta'' con i passi da compiere per re-islamizzare la Turchia, Cumhuriyet collega la riforma al proposito espresso di recente dal premier di ''formare una generazione pia'', una ''gioventu' religiosa''. La frase, accompagnata dalla domanda retorica ''vi aspettate che il partito conservatore e democratico Akp formi una generazione di atei?'', aveva innescato nelle tre scorse settimane un intenso dibattito in cui sono stati ricordati tutti i passi - spesso bloccati ma anche compiuti - per sdoganare il velo islamico nella vita pubblica e per agevolare le scuole coraniche. Peraltro le critiche della Confindustria, che chiede di ritirare la proposta di riforma, si appuntano su aspetti meramente tecnici circa un passo indietro del livello di istruzione delle giovani generazioni, pressioni sulla bambine delle campagne a ritirarsi dalla scuola e pericoli derivanti da un abbassamento a 11 anni dell'eta' minima per l'apprendistato.(ANSAmed).