Imputato principale l'ex rais Hosni Mubarak accusato di avere ordinato le uccisioni di oltre 850 manifestanti, durante la rivoluzione che lo ha deposto. Il processo è cominciato il 3 agosto dello scorso anno e con Mubarak sono a giudizio con la stessa accusa il suo ministro dell'Interno Habib el Adly e sei suoi collaboratori. Per corruzione e malversazione sono stati processati anche i figli di Mubarak, Alaa e Gamal, il cui destino di 'erede del faraone' é stato uno dei motivi scatenanti della rivoluzione, secondo molti osservatori. Proprio ieri Gamal e Alaa sono stati rinviati a giudizio dal procuratore generale per un altro caso di arricchimento illecito. Sono accusati di speculazione in borsa per la vendita della El Watany Bank of Egypt. L'accusa ha chiesto per Mubarak e El Adly la pena capitale per avere ordinato di far sparare sui manifestanti.
Domani la giuria presieduta da Ahmad Rifaat darà il suo verdetto, anche se fanno notare fonti giudiziarie, questo è solo il primo grado di giudizio. Gli imputati potranno tutti presentare ricorso in Cassazione.
La sentenza sarà letta in diretta televisiva e già si prevedono tensioni fra i supporter dell'ex rais e i familiari dei 'martiri' che accorreranno a seguire l'udienza. In occasione dell'apertura fecero il giro del mondo le immagini di Mubarak disteso su una barella all'interno della gabbia degli imputati insieme ai figli e agli altri accusati, un'immagine impensabile solo qualche mese prima. Da aprile dello scorso anno l'ex rais, che ha 84 anni, è ricoverato in un ospedale militare alla periferia della capitale egiziana e più volte si sono rincorse voci di un peggioramento del suo stato di salute. Al termine delle arringhe della difesa il 22 febbraio il procuratore aveva annunciato che la prigione di Tora era stata predisposta per accogliere l'ex presidente egiziano, che però non è mai stato spostato dalla sua clinica. Sabato sarà nuovamente in aula per ascoltare il verdetto, riferiscono fonti giudiziarie. A Tora sono detenuti, invece, i figli e gli altri co-imputati del processo.
Il verdetto di sabato, con tutto il suo carico emotivo e simbolico, cade in un momento molto delicato della transizione egiziana. E' previsto, infatti, per il 16 e 17 giugno il ballottaggio per decidere chi sarà il successore di Mubarak. In lizza, contro il fratello musulmano Mohamed Morsi, l'ultimo premier dell'ex rais, Ahmad Shafiq. Questa sentenza non potrà, quindi, non avere ripercussioni anche sul processo elettorale.
(ANSAmed).