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Spagna: autonomie in rivolta, Rajoy cerca risparmi

Ma nega pressioni Berlino per nuovi tagli, domani visita Monti

01 agosto, 20:10

Il premier spagnolo Mariano Rajoy Il premier spagnolo Mariano Rajoy

(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID - Nell'attesa della cruciale riunione di domani del Consiglio della Bce, dalla quale si attende un raggio di speranza nella crisi del debito sovrano di Spagna e Italia, a Madrid tiene banco la rivolta delle regioni non governate dal Partido Popolare contro l'"inammissibile" tetto di deficit imposto dallo Stato centrale. E mentre il premier spagnolo, Mariano Rajoy, si appresta a ricevere domani al Palazzo della Moncloa il collega italiano Mario Monti, per cercare un fronte unico che consenta alla Bce di agire senza le reticenze tedesche, notizie filtrate nelle ultime ore, raffreddano le aspettative di una soluzione rapida per placare l'assedio dei mercati. Fra queste, la richiesta di nuovi tagli alla sanità e all'educazione, che - secondo fonti governative citate da Bloomberg - il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, avrebbe fatto al collega spagnolo, Luis de Guindos, durante l'incontro della scorsa settimana a Berlino, come contropartita del via libera alla Bce per l'acquisto del debito iberico. Nuovi tagli - dopo l'ultima stangata da 65 miliardi di euro - poi smentiti dell'esecutivo, ma che in ogni caso vorrebbero dire una cosa sola: un nuovo memorandum di impegni, con una pesante riduzione dell'autonomia di bilancio, che il governo di Rajoy dovrebbe sottoscrivere in cambio di una richiesta di aiuti ai fondi europei. Un'eventualità sempre più concreta anche per l'Italia, per allentare la morsa sullo spread, messa oggi in conto da Monti durante la sua tappa a Helsinki. Un'urgenza, invece, per Madrid, dove - secondo molti analisti - il premier italiano verrebbe in veste di mediatore Ue, per convincere un recalcitrante Rajoy a firmare la richiesta di salvataggio, prima che sia troppo tardi. In ciò che resta dell'anno, il Tesoro spagnolo deve captare sui mercati 100 miliardi per finanziare debiti in scadenza e deficit. Domani affronterà una prova decisiva con l'asta da 3 miliardi di bond e obbligazioni. Per il governo di Rajoy non ci sono motivi di ottimismo. La foto di famiglia del ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, con gli assessori delle 17 comunità autonome, riuniti ieri nel Consiglio di politica fiscale e finanziaria, che avrebbe dovuto rassicurare i mercati e Bruxelles sulla capacità dell'esecutivo centrale di imporre il rispetto dei tetti di deficit e indebitamento, non c'è stata. Anzi, è andata in scena una rivolta, capeggiata dalla Catalogna, già in bancarotta e costretta a sospendere i pagamenti a luglio di ospedali, scuole e servizi sociali convenzionati, che si è rifiutata di partecipare alla riunione. Poi è arrivato il forfait per protesta dell'Andalusia, che ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale contro un "trattamento discriminatorio", che obbligherebbe a tagliare prestazioni essenziali in sanità ed educazione. Infine, i voti contrari delle Asturie e delle Canarie sull'obiettivo del deficit all'1,5% del Pil e allo 0,7%, per quest'anno e il prossimo, e del debito al 15,1% e al 16% di quello nazionale, per il 2012 e il 2013, imposti dal governo alle regioni. In cambio della dilazione di un anno dell'obiettivo di stabilità fino al 2014, Bruxelles aveva preteso da Madrid la presentazione a luglio di un programma finanziario per il 2013-2015 che, alla scadenza di ieri, l'esecutivo di Rajoy non aveva presentato. Non ultimo, a causa del conflitto aperto con le regioni. "Non c'è spazio per le rivolte", ha tuonato oggi la segretaria di Stato al bilancio, Marta Fernandez Curra, ricordando gli impegni assunti con Bruxelles. Ieri, era stato Montoro a ricordare che l'obbligo di attenersi al limite di indebitamento è imposto alle comunità dalla legge di Stabilità di bilancio. Da parte sua, il leader del Psoe all'opposizione, Alfredo Perez Rubalcaba, ha espresso "il rifiuto frontale" dei socialisti a un tetto di deficit "ingiusto e discriminatorio", imposto "in maniera unilaterale" dall'esecutivo. Ed è proprio per allentare la morsa che rischia di stritolare il welfare che, alla vigilia dell'incontro fra Monti e Rajoy, i sindacati italiani e spagnoli, Cigl, Cisl, Uil, CcOo e Ugt, hanno chiesto in una dichiarazione congiunta l'intervento della Bce o dei fondi europei di stabilità per l'acquisto del debito sovrano, con "garanzia illimitata" da parte della Banca centrale e "senza condizioni di nuovi tagli".(ANSAmed).

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