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Bahrein: esponenti opposizione 'Ci ispiriamo a Gandhi'

Proteste soffocate con violenza, dicono in incontro in Senato

25 settembre, 17:16

(ANSAmed) - ROMA, 25 SET - "In Bahrein abbiamo imparato molto bene la lezione del Mahatma Gandhi". Esordisce così Jasim Hussein, ex parlamentare dimissionario bahrenita, che oggi ha parlato a Roma, in un incontro programmato con la commissione Diritti umani del Senato, insieme al compagno di partito Hadi Almossawi. I due sono esponenti del partito di ispirazione sciita al-Wefaq, principale forza di opposizione nel Paese dove, dal febbraio 2011, un fronte nutrito chiede alla famiglia reale al-Khalifa riforme democratiche. "La nostra protesta è pacifica", assicurano Hussein e Almossawi, invitati a parlare dal senatore radicale Marco Perduca. "Il nostro movimento può essere paragonato a quello non-violento di Gandhi. Ma lo Stato ha scelto fin dal principio di rispondere con violenza inaudita". In un anno e mezzo circa di proteste, hanno detto, "dozzine di manifestanti sono stati uccisi, dal nostro esercito e dalle truppe saudite accorse in aiuto della monarchia. Svariate migliaia di persone sono state arrestate. Centinaia hanno subito torture durante la detenzione. Anche atleti e giornalisti che avevano espresso il proprio sostegno alle proteste sono stati torturati. Decine di medici che hanno prestato soccorso ai manifestanti sono stati licenziati, e la stessa sorte è toccata a venti professori universitari. Moltissimi studenti sono stati espulsi dall'università di Manama (la capitale, ndr). Non sono stati risparmiati nemmeno i tassisti, ai quali è stata revocata la licenza".

Inoltre, fatto inedito in un Paese musulmano, "35 moschee sono state distrutte". Luoghi di culto per i fedeli sciiti, che in Bahrein rappresentano la maggioranza, dominata da una élite sunnita.

Partendo dalle conclusione di una commissione d'inchiesta indipendente, che ha accertato violenze e soprusi, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha formulato 176 raccomandazioni per Manama, che in gran parte le ha accolte almeno a parole. Tra due mesi, infatti, le autorita' dovranno aggiornare l'Onu sulle misure prese per rispondervi. (ANSAmed).

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