Una decisione che ha portato il presidente della Generalitat a mostrare i muscoli e a "dare voce alle urne". Perché questi, ha tuonato, "non sono tempi di comodità istituzionali, bisogna giocarsela". E, stando a quanto assicurato dallo stesso Mas, la Catalogna ha tutte le carte per farlo: dal 2011 la regione esporta più al resto del mondo che al resto della Spagna mentre il 25% dei turisti che si recano nel Paese iberico fanno in realtà tappa a Barcellona e dintorni. E, in caso di indipendenza, figurerebbe tra i primi 50 Paesi esportatori del mondo, ha aggiunto il presidente evocando le manifestazioni dello scorso 11 settembre, quando nel giorno della Diada (la festa nazionale catalana) in due milioni sono scesi in piazza al grido "Catalunya, Nou Estat d'Europa". Il sogno indipendentista non debella tuttavia lo spettro di una crisi che attanaglia ormai da mesi tutte le regioni spagnole e che ieri ha portato l'Andalusia a valutare la possibilità di chiedere aiuti per 5 miliardi di euro a Madrid, che nei prossimi giorni attiverà un fondo da 18 miliardi per soccorrere le regioni iberiche. Mentre in Catalogna, a dispetto del voto, occorreranno ulteriori tagli, ha ammesso Mas. Ma dal prossimo 25 novembre, la Catalogna potrebbe presentarsi al tavolo della Moncloa con un asso nella manica in più: quello di un'indipendenza che da oggi, seppur ancora lontana, comincia a delinearsi all'orizzonte.(ANSAmed).
Spagna:Catalogna al voto anticipato con 'sogno' indipendenza
Elezioni il 25 novembre dopo no Madrid su nuovo patto fiscale
Una decisione che ha portato il presidente della Generalitat a mostrare i muscoli e a "dare voce alle urne". Perché questi, ha tuonato, "non sono tempi di comodità istituzionali, bisogna giocarsela". E, stando a quanto assicurato dallo stesso Mas, la Catalogna ha tutte le carte per farlo: dal 2011 la regione esporta più al resto del mondo che al resto della Spagna mentre il 25% dei turisti che si recano nel Paese iberico fanno in realtà tappa a Barcellona e dintorni. E, in caso di indipendenza, figurerebbe tra i primi 50 Paesi esportatori del mondo, ha aggiunto il presidente evocando le manifestazioni dello scorso 11 settembre, quando nel giorno della Diada (la festa nazionale catalana) in due milioni sono scesi in piazza al grido "Catalunya, Nou Estat d'Europa". Il sogno indipendentista non debella tuttavia lo spettro di una crisi che attanaglia ormai da mesi tutte le regioni spagnole e che ieri ha portato l'Andalusia a valutare la possibilità di chiedere aiuti per 5 miliardi di euro a Madrid, che nei prossimi giorni attiverà un fondo da 18 miliardi per soccorrere le regioni iberiche. Mentre in Catalogna, a dispetto del voto, occorreranno ulteriori tagli, ha ammesso Mas. Ma dal prossimo 25 novembre, la Catalogna potrebbe presentarsi al tavolo della Moncloa con un asso nella manica in più: quello di un'indipendenza che da oggi, seppur ancora lontana, comincia a delinearsi all'orizzonte.(ANSAmed).