Ricordo che quando venni a lavorare qui non c'erano scuole, ambulatori, centri sportivi. Abbiamo lottato tutti assieme, coi vicini del quartiere, coi sindacati per migliorare le condizioni di vita e di lavoro. Ora questa citta' la sento mia, ho smesso di sentirmi immigrante''.
Nuria Hernandez, 58 anni, andalusa, ricorda che quando emigro' per lavorare come operaia a Santa Coloma (Barcellona), ''in fabbrica alla radio ascoltavamo flamenco e sevillanas. Poi, poco a poco, abbiamo imparato le sardanes', la tipica danza in circolo catalana. Anche Nuria e' stata a Barcellona per la Diada dell'11 settembre scorso, che mobilito' 1,5 milioni di catalani.
''Ma non era per sentimento indipendentista '', spiega. ''Qui negli anni '70 e '80, con le amministraizoni socialiste la situazione socio-economica era molto migliorata; ma ora con la crisi e la recessione, siamo tornati a perdere diritti e servizi sociali. E non credo che una secessione dalla Spagna risolverebbe la situazione'', aggiunge.
Sono soprattutto i piu' giovani a convogliare il voto sui partiti nazionalisti di sinistra, come Esquerra Repubblicana; mentre la borghesia delle professioni e dell'impresa vota CiU. Duilia Mastretta, peruviana, 36 anni, da 20 a Santa Coloma, impiegata in un supermercato, fa parte del 16% della popolazione straniera immigrata. ''Non so perche' questa fuga in avanti - commenta - Nel mondo ci sono sempre meno frontiere. In Catalogna - osserva - la situazione e' complessa, ma una secessione puo' solo generale maggiore poverta'. L'unico modo per uscire dalla crisi e' restare uniti'', assicura. E mentre la candidata catalana del PP, Alicia Sanchez Camacho, ha promesso di ritirate la tessera sanitaria agli immigrati irregolari, per applicare la legge varata dal governo Rajoy, l'ex presidente della Generalitat, Jordi Pujol, ha lodato ''il buon livello di integrazione'' degli spagnoli venuti nei decenni scorsi da Andalusia ed Estremadura, che hanno contribuito alla crescita della Catalogna. ''Hanno sempre agito per la difesa del concetto di solidarieta' e del rispetto verso tutti i cittadini spagnoli'', assicurava nei giorni scorsi Pujol in dichiarazioni ai media.
Il motivo? Le accuse di xenofobia e di aver ''denigrato'' il popolo andaluso, fatte nei confronti del patriarca di CiU dal partito costituzionalista Ciutadans, che, in un video elettorale, ripropone alcune delle opinioni sugli andalusi espresse da Pujol nel 1958. Il video propone immagini di andalusi celebri come Antonio Machado, Pablo Picasso, Diego Velazquez e Federico Garcia Lorca, mentre una voce fuori campo recita frammenti del libro 'L'immigrazione, problema e speranza di Catalogna', scritto da Pujol nel 1958 durante la clandestinita'. ''L'uomo andaluso non e' un uomo coerente - e' detto - e' un uomo anarchico, e' un uomo distrutto, e' generalmente un uomo poco fatto. Un uomo che vive in uno stato di ignoranza e di miseria culturale, mentale e spirituale. Se per forza del numero arrivasse a dominare, l'andaluso distruggerebbe la Catalogna''. L'ex presidente Pujol ha chiesto scusa per ''una frase disgraziata''. Nel frattempo, assicura di aver cambiato idea sugli immigrati. Cosi' come ha cambiato idea sull'indipendenza della Catalogna. (ANSAmed).