(ANSAmed) - ROMA, 24 APR - ''Fermati, pensa un attimo'': per gli armeni di tutto il mondo oggi e' la giornata della Memoria del 'genocidio' dei loro antenati avvenuto in Turchia quasi un secolo fa e - per la piccola comunità in Italia - anche occasione per chiedere ai mass media di non usare piu' il termine di 'giovani turchi' per etichettare una corrente interna al Partito democratico. Si tratta - spiegano in una nota gli armeni di Roma - di un'immagine che richiama ''l'orrore del Metz Yeghern (il Grande Male)', ''il regime di terrore che condusse al genocidio'', altro che innovazione radicale politica nel disfacimento dell'Impero ottomano. Nella notte di 98 anni fa, la polizia del governo guidato dal Movimento dei 'giovani turchi' imprigionò ed uccise l'intellighentsia armena, giornalisti, scrittori, avvocati, preti, dando il via - tra il 1915 e il 1918 - al massacro di un milione e mezzo di armeni. L'angoscia del ricordo di quello che definiscono genocidio, che segna l'anima degli armeni con altrettanta profondità di quanto la memoria dell'Olocausto incide sull'identità ebraica, è resa più straziante dal fatto che i turchi, a differenza dei tedeschi dopo la seconda guerra mondiale, non si sono mai assunti la responsabilità dello sterminio del popolo armeno e non ne hanno fatto ammenda dinanzi alla storia. Il genocidio armeno resta in qualche misura nel limbo della storia, la sua memoria rischia di attenuarsi e di scomparire.
Per questo il Consiglio per la comunità armena di Roma invita, con il suo slogan del 2013, ''a fermarsi e pensare un attimo a quanto accaduto nel 1915. A questo passato che non passa e che ha bisogno di essere ricordato. Basta poco. Fermati e pensa. Per non divenire inconsapevole complice del negazionismo''. (ANSAmed).