In una lettera inviata ai Paesi interessati il ministero degli Esteri palestinese cita tra l'altro, secondo quanto riportato dal quotidiano El Pais, il caso della societa' spagnola NaanDanJain, specializzata nella fabbricazione di sistemi e accessori di irrigazione e con sede a Santa Maria del Aguila, in Almeria. L'impresa, che conta sei filiali in Spagna e in Portogallo, dipende dall'omonima casa madre israeliana nata nel kibutz Naan, accusata dalle autorità palestinesi di "fornire servizi ad agricoltori e coloni nella Valle del Giordano, sul Monte Hebron e sulle alture del Golan", nei Territori occupati da Israele in maniera "illegale" e "violando il diritto internazionale".
L'azienda in Almeria, che opera dal 2001 in Andalusia e dal 2007 col nome del marchio israeliano, ha 600 clienti nella penisola iberica e un volume di business stimato in 135 milioni di euro. I responsabili di NaanDanJain assicurano di non aver ricevuto "alcuna notificazione o informazione" riguardo la protesta del governo palestinese.
La campagna dell'Autorita' palestinese e' stata lanciata a seguito dell'approvazione nel luglio scorso della direttiva Ue che vieta il finanziamento, l'investimento o la concessione di borse di studio a enti o imprese che operano nelle colonie, nei Territori palestinesi occupati dal 1967, riconosciuti dalle Nazioni Unite. In attesa della sua entrata in vigore, prevista il 1 gennaio 2014, la Ue sta discutendo l'imposizione di una etichettatura per differenziare i prodotti che provengono dalle colonie da quelli provenienti dal resto del territorio israeliano.
La Spagna è fra i Paesi Ue che conta meno aziende nell'elenco del quale il governo palestinese chiede il blocco. In totale, sono 504 quelle finora individuate nel mondo, fra le quali gruppi leader come la tedesca Siemens o la francese Veolia. Gran Bretagna e Olanda da mesi raccomandano alle proprie imprese di non investire negli insediamenti o stringere joint venture con aziende israeliane che vi operano. "Il nostro obiettivo non è il boicottaggio, ma mostrare a Israele che violare la legalità internazionale ha un prezzo", ha detto Nabil Shaath, del comitato politico dell'Olp, in dichiarazioni a El Pais. Secondo l'esponente politico, con il richiamo alla Spagna l'Autorita' palestinese vuole ricordare a Madrid "che ha investito fortemente nella creazione di istituzioni palestinesi e che, per far sì che tali sforzi producano risultati, deve applicare le proprie norme esistenti, che già condannano la violazione dei diritti umani, e non accettare violazioni di tali diritti".
(ANSAmed).