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Croazia: dopo nozze gay, ipotesi referendum contro serbi

Interviene premier, saranno cambiate leggi su referendum

02 dicembre, 19:39

(ANSAmed) - ZAGABRIA, 2 DIC - Appena conclusa in Croazia la controversia su di un referendum che incide sui diritti delle minoranze, quello tenutosi ieri per bandire nella Costituzione le nozze gay, spunta l'ipotesi di un'altra consultazione referendaria, questa volta sui diritti della minoranza nazionale serba e il suo diritto al bilinguismo e all'uso pubblico della scrittura cirillica. Da una coalizione di associazioni nazionaliste che raggruppano anche veterani della guerra per l'indipendenza della Croazia (1991-1995) hanno fatto sapere oggi di aver raccolto le firme necessarie per indire un referendum sull'uso pubblico delle lingue e delle scritture delle minoranze nazionali in Croazia. Secondo quanto riferito, nelle scorse due settimane sarebbero state raccolte le 450 mila firme (il 10 per cento dell'elettorato) necessarie per tenere un referendum che porterebbe al 50 per cento (contro il 33 per cento della legge attuale) la soglia della popolazione minoritaria che vive in una città o comune per avere il diritto al bilinguismo.

L'iniziativa referendaria è stata promossa dopo che nei mesi scorsi a Vukovar, città martire della guerra per l'indipendenza della Croazia, sono state affisse sugli edifici pubblici targhe bilingui, in croato e in cirillico serbo, in rispetto proprio della legge sulla tutela delle minoranze. A Vukovar il 35% circa della popolazione e' di etnia serba. Il primo ministro, Zoran Milanovic, visibilmente irritato, ha promesso che farà tutto in suo potere per evitare questo referendum. ''Voglio che mi sentano bene: finche' io saro' alla guida del governo, questa cosa non passerà''. Milanovic ha annunciato che cambierà le leggi che regolano i referendum, forse anche la Costituzione, per prevenire un'altra consultazione sui diritti delle minoranze.

Ieri, al referendum contro le nozze gay, il 66 per cento dei croati ha approvato la modifica della Costituzione per definire il matrimonio come un'unione esclusivamente tra un uomo e una donna. Il tasso di partecipazione e' stato molto basso, di appena il 39 per cento, e una delle proposte di Milanovic punta proprio a introdurre un quorum per le consultazioni referendarie. (ANSAmed).

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