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Siria: Georgieva (Ue), aiuti arrivino a popolazione

Europa generosa, ma soldi non contano se gente é assediata

03 febbraio, 18:11

Il Commissario Europeo per gli Aiuti Umanitari Kristalina Georgieva alla conferenza a Roma sugli aiuti umanitari in Siria Il Commissario Europeo per gli Aiuti Umanitari Kristalina Georgieva alla conferenza a Roma sugli aiuti umanitari in Siria

(di Patrizio Nissirio)

(ANSAmed) - ROMA - La crisi umanitaria in Siria ha raggiunto livelli spaventosi e l'Europa è "la più generosa" nel destinare aiuti alla popolazione, "ma il denaro non ha alcun senso se la popolazione non ha accesso agli aiuti, perché le truppe governative o gli insorti non ne permettono il passaggio": è questa la valutazione della Commissaria Europea alla Cooperazione e agli Aiuti internazionali Kristalina Georgieva, intervistata da ANSAmed.
Georgieva, che è intervenuta alla Farnesina all'incontro del Gruppo di alto livello sull'emergenza umanitaria in Siria promosso dall'Onu, sottolinea che "la crisi è passata da grave a terribile, come è stato notato da tutti alla riunione di oggi, e sempre più persone hanno bisogno di aiuto. Milioni di persone che dipendono dagli aiuti, ma non li ricevono a causa delle parti in conflitto. Noi europei siamo stati i più generosi, attraverso la Commissione e i singoli stati, abbiamo stanziato 3 miliardi e mezzo di dollari in aiuti umanitari. Ma i soldi non significano nulla per quei bambini, donne e uomini che non hanno accesso agli aiuti".
"La riunione odierna si è concentrata sulla necessità che il mondo faccia pressione sulle parti in guerra affinché gli aiuti possano arrivare alle popolazioni siriane assediate", ha ricordato.
Per la Commissaria, serve "un'azione più forte che mai contro il muro di resistenza che blocca gli aiuti umanitari. Il forte impegno europeo, sottolinea, ha fatto arrivare cibo a tre milioni e mezzo di persone, e ha garantito "la vaccinazione antipolio per oltre tre milioni di bambini" e cessate il fuoco ottenuti a livello locale. L'Europa, inoltre, assiste i rifugiati nei paesi vicini come Libano e Giordania, e le comunità che continuano ad accoglierli.
"Ma è chiaro che tutto ciò non basta, finché quasi 7 milioni di persone in Siria restano nelle zone dove si combatte e 250mila di loro non ricevono alcun aiuto. Nessun paese può resistere a questo orribile livello di violenza senza soffrire conseguenze a lungo termine. Qui si sta erodendo anche la capacità della Siria di riprendersi", ha affermato la Commissaria. "Se il popolo siriano non avrà accesso agli aiuti - ha concluso - non solo aumenteranno le sofferenze della gente, ma le persone continueranno a fuggire, destabilizzando l'intera regione, arrivando per esempio in Europa. Dobbiamo quindi agire anche nel nostro stesso interesse, e non solo perché è la cosa morale da fare. Basti pensare che i profughi in Libano sono ormai il 30% della popolazione. Immaginiamo cosa succederebbe se 120 milioni di persone arrivassero in breve tempo nell'Ue.
Quindi occorre agire in fretta, perché quanto ci vorrà prima che il Libano cada nella trappola della crisi, o prima che si destabilizzi la Giordania?" . (ANSAmed).

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