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Ok Congresso armi a ribelli Siria. Obama, faremo giustizia

'Se America è colpita si unisce. Bene appoggio Francia per raid'

19 settembre 2014, 09:48

Redazione ANSA

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Barack Obama in diretta tv dopo il sì del Congresso alla risoluzione che autorizza l 'appoggio ai ribelli siriani, anche armandoli © ANSA/EPA

Barack Obama in diretta tv dopo il sì del Congresso alla risoluzione che autorizza l 'appoggio ai ribelli siriani, anche armandoli © ANSA/EPA
Barack Obama in diretta tv dopo il sì del Congresso alla risoluzione che autorizza l 'appoggio ai ribelli siriani, anche armandoli © ANSA/EPA

(ANSAmed) - NEW YORK - Oramai tutto è pronto per passare alla seconda fase dell'offensiva contro l'Isis in Iraq e in Siria. E' arrivato anche il si' definitivo del Senato americano alla risoluzione che autorizza l'appoggio ai ribelli siriani, anche armandoli. "Giustizia sarà fatta e l'Isis verrà distrutto", ha detto il presidente Barack Obama parlando di nuovo agli americani in diretta tv, in prima serata, esprimendo grande soddisfazione per il messaggio di unita' mandato dal Congresso. "Quando vengono colpiti cittadini americani, quando si minacciano gli Stati Uniti questo non ci divide, ma ci unisce", ha detto il Commander in Chief, che ha salutato anche la decisione della Francia, annunciata dal premier Francois Hollande, di affiancare gli Usa nei raid aerei in Iraq. Adesso tocchera' ai santuari dello stato islamico in Siria. Dopo l'ok dei vertici militari Usa al piano della Casa Bianca e del Pentagono, il via libera ai bombardamenti e' atteso in qualunque momento. Bombardamenti mirati, limitati a obiettivi ben precisi, sullo stile dei raid antiterrorismo condotti in passato con caccia e droni in Yemen e Somalia. Ma per arrivare a cio' un passaggio necessario era proprio quello di approvare l'invio di armi ai gruppi filo-occidentali che in Siria stanno combattendo i jihadisti del "califfo" al Baghdadi. "Attrezzare ed equipaggiare l'opposizione siriana e' fondamentale, un elemento chiave della nostra strategia", ha spiegato Obama, ribadendo pero' un punto: "Le truppe Usa non saranno impegnate in missioni di combattimento".

Intanto prosegue il lavoro diplomatico per rafforzare la vasta coalizione internazionale che combattera' l'Isis: "Hanno gia' aderito oltre 40 Paesi, anche arabi", ha ricordato il presidente americano, che la prossima settimana in occasione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York avra' la possibilita' di incontrare molti leader mondiali e di continuare a tessere quella tela essenziale perche' la guerra all'Isis non sia solo dell'America.(ANSAmed).

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