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Tsipras pronto alzare salari, scontro Merkel sul debito

Syriza, impossibile pagarlo tutto. Berlino, nessuno sconto

27 gennaio 2015, 20:09

Redazione ANSA

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Il neo premier greco Alexis Tsipras con alcuni ministri del suo governo dopo il giuramento nelle mani del capo dello Stato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il neo premier greco Alexis Tsipras con alcuni ministri del suo governo dopo il giuramento nelle mani del capo dello Stato -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Il neo premier greco Alexis Tsipras con alcuni ministri del suo governo dopo il giuramento nelle mani del capo dello Stato - RIPRODUZIONE RISERVATA

(dell'inviato Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - ATENE - E' nato il governo Tsipras, che ha giurato fedeltà alla Costituzione e al popolo ellenico e domani si mette al lavoro, probabilmente innalzando subito il salario minimo. E l'inizio del suo cammino è immediatamente segnato da uno scontro con la Germania: la cancelliera Angela Merkel fa sapere di essere contraria al taglio del debito greco proprio mentre il nuovo viceministro Esteri con delega agli affari economici internazionali Euclid Tsakalotos dice chiaro e tondo che è "irrealistico" pensare che Atene possa ripagare il suo debito. La cancelliera, ad una riunione del suo partito, ha detto secondo fonti interne di essere "contraria" alla richiesta di una taglio del debito ellenico. Una richiesta, ha precisato, che non è ancora formalmente giunta. Una posizione difficile da conciliare con le parole di Tsakalotos alla Bbc: "Nessuno crede che il debito greco sia sostenibile", nessun economista può pensare "che potremo pagare tutto quel debito. È impossibile". Per il governo Syriza-Anel una partenza dunque subito turbolenta sul piano internazionale, mentre ad Atene sono annunciati già per i prossimi giorni il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz (giovedì) e il capo dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem (venerdì). Tsipras entra nel vivo dell'attività di governo con una squadra che comprende, tra gli altri, l'economista nemico giurato dell'austerità e del Memorandum, Yannis Varoufakis, il vicepremier Yannis Dragasakis, "coordinatore" dei ministeri economici e delegato alle dure trattative con i creditori rappresentati dalla troika, e con l'unico ministro che non fa parte di Syriza, il leader dei Greci Indipendenti Panos Kammenos, al quale va il ministero della Difesa.

Kammenos è uno della manciata di ministri e sottosegretari che hanno pronunciato il giuramento nelle mani dell'arcivescovo Ieronimos e ponendo la mano sulla Bibbia (tra loro il neo ministro della Sanità Panayiotis Kouroublis, che è non vedente e portava occhiali scuri), mentre tutti gli altri hanno preferito la formula laica già utilizzata ieri da Tsipras. Una cerimonia molto sobria, con molti componenti del governo senza cravatta, e Varoufakis - noto anche per l'attenzione alla sua immagine - che sfoggiava anche una camicia fuori dai pantaloni. Nessuna donna ministro, a parte la presidente del Parlamento (che in Grecia è una carica di governo) e leader della lotta alla corruzione, Zoe Kostantopoulou. Quattro "superministeri" assorbono folte funzioni di ex ministeri autonomi, che scendono da 16 a 10.

All'esterno del Palazzo presidenziale, molti applausi dalla folla presente al neo-governo. Con la squadra pronta, il primo provvedimento che Tsipras adotterà nel primo consiglio dei ministri domani sarà con ogni probabilità uno dei più popolari, una promessa solenne fatta da Syriza in campagna elettorale: l'aumento del salario minimo da 450 a 751 euro lordi, che dovrebbe essere seguito dal ripristino delle regole sulla contrattazione collettiva, cancellate dal governo conservatore di Antonis Samaras su richiesta della troika. Intanto, dall'Europa continuano ad arrivare segnali verso la "nuova Atene", di segno costantemente diverso: se il ministro dell'Economia italiano Pier Carlo Padoan dice che "c'è il sentimento di trovare una soluzione concordata, il Governo greco non ci ha detto nulla sulla rinegoziazione" e "vedremo come farlo tutti insieme in modo cooperativo", il collega tedesco Wolfgang Schaeuble ha tenuto a sottolineare che "i greci soffrono non per le decisioni di Berlino e Bruxelles ma per il fallimento della loro elite politica degli ultimi decenni", aggiungendo di aver dato "molto aiuto al ministro delle Finanze greco che ha sfruttato poco questo aiuto, bisogna dirlo".

Insomma, neanche il tempo di finire le foto di famiglia del giuramento e il governo Tsipras è già in acque agitate.

(ANSAmed).

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