(ANSA) ROMA, 5 FEB - I problemi che affliggono l'area del
Sahel sono una fonte di instabilita' per il mondo e questa zona
necessita interventi urgenti soprattutto in virtu' dell'avanzata
del Califfato. In questa prospettiva e' stato presentato questa
mattina alla Farnesina il rapporto "Fragilità e Sicurezza
nell'Africa Saheliana. Priorita' per l'azione Italiana ed
Europea", redatto dal Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali) e
dal Ce.S.P.I. (Centro Studi di Politica Internazionale), che ha
posto come punto di partenza la strategicita' dell'area non solo
per l'Africa, ma anche per l'Europa e per l'Italia.
"Siamo preoccupati per l'avanzare del terrorismo - ha detto
Andrea Margelletti, Presidente Ce.S.I. - Usare metodi militari
non serve per fermarlo. Non servono bombe intelligenti, ma
strategie intelligenti. Sappiamo di avere poche risorse da
investire nell'area ma dovremmo stare attenti a spenderle
meglio. Abbiamo bisogno delle Ambasciate. E' centrale la
presenza diplomatica in una zona cosi' strategica. Dopo la
finanza creativa ci vorrebbe una diplomazia creativa per
risolvere i problemi. Dovremmo usare l'arma del Welfare e
approcciare, una per una, le realta' tribali, un tempo piu'
coese. Lo sviluppo e' connesso alla sicurezza".
L'introduzione della conferenza e' stata affidata al Ministro
Pierfrancesco Sacco Direttore dell'Unità Di Analisi e
Programmazione MAECI, che ha sottolineato quanto "la diplomazia
moderna abbia bisogno di un metodo multidisciplinare per aiutare
realta' complesse come il Sahel e le sfide globali abbiamo
bisogno di un approccio integrato".
Durante l'incontro, moderato da Stefano Polli, Vice Direttore
dell'ANSA, sono state esposti i diversi problemi che interessano
i sette paesi presi in considerazione (Burkina Faso, Senegal,
Niger, Gambia, Ciad, Mali, Mauritania), dal cambio climatico
alla conseguente insicurezza alimentare, dalla migrazione alle
diseguaglianze, dal non rispetto dei diritti umani alle violenze
fino alla schiavitu', e si e' cercato di offrire spunti concreti
per la risoluzione delle principali sfide.
"Questi paesi sono in difficilta' anche nel controllare le
frontiere - ha sottolineato Marco Zupi, Direttore Ce.S.P.I. - ma
bisogna tenere presente anche che su queste frontiere esiste una
economia informale sana, che andrebbe rafforzata. E' un'economia
che potrebbe prendere la strada dello sviluppo se accompagnata
dalle istituzioni, anziche' finire nelle mani dei trafficanti".
La conferenza, chiusa dal Ministro Raffaele de Lutio, Vice
Direttore Generale Vicario/Direttore Centrale per i Paesi
dell'Africa Sub-sahariana del MAECI, e' stata arricchita anche
dagli interventi di Alberto Mazzali, Ricercatore Ce.S.P.I.,
Marco Di Liddo Analista, Desk Africa Ce.S.I., Gianni Rufini,
Direttore Generale Amnesty International Italia e Lia
Quartapelle, Commissione Affari Esteri Camera dei Deputati.
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