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Shoah: Firenze, Gina Silvestri Giusta tra le nazioni

Partigiana valdese insieme a contrabbandieri salvava ebrei

18 dicembre 2015, 12:54

Redazione ANSA

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La Sinagoga di Firenze - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Sinagoga di Firenze -     RIPRODUZIONE RISERVATA
La Sinagoga di Firenze - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Cristiana Missori)

ROMA - "In molti hanno preferito rimuovere e dimenticare. Non parlarne. Tanti non sanno nemmeno come sono andate le cose. Il nostro dovere però - quello di chi ha avuto la vita in regalo - è un dovere di riconoscenza nei confronti di chi, mettendo in pericolo la propria esistenza e compiendo un gesto di grande altruismo, ci ha salvato la vita durante le persecuzioni naziste. Come Gina Silvestri, partigiana valdese fiorentina che da ieri è entrata a far parte dei Giusti tra le nazioni". A parlare è il prof. Sergio Della Pergola, sopravvissuto insieme ai genitori, grazie all'aiuto della donna.

Ieri, alla Sinagoga di Firenze, è finalmente riuscito a consegnare a uno dei nipoti di Gina, Federico Sabatini, oggi ottantaseienne, la medaglia dello Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'olocausto fondato nel 1953. "All'epoca - racconta all'ANSA - avevo un anno, i miei genitori (il noto giornalista sportivo nonché inventore del Totocalcio Massimo Della Pergola e sua moglie Adelina, ndr) circa una trentina. Nell'agosto del 1943, da Trieste i miei cercarono rifugio a Firenze. La gran parte della mia famiglia, sia paterna che materna, era già internata ad Auschwitz". Al tempo, ricorda, a organizzare la rete di salvataggio di numerose famiglie ebree, c'erano il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'arcivescovo, il cardinale Elia Angelo Dalla Costa, insieme a numerosi prelati e civili, come il campione di ciclismo Gino Bartali, che insieme al presule è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem. "Molti cattolici - rammenta Della Pergola - scelsero di seguire le parole sensazionali dell'arcivescovo di Firenze: 'Uscite e aiutateli'. Una posizione aperta e inequivocabile mai presa dall'allora pontefice Pio XII", fa notare Della Pergola che è anche membro della Commissione dello Yad Vashem incaricata di commemorare coloro che rischiarono la vita per salvare gli ebrei.

Gina Silvestri faceva parte del movimento Giustizia e Libertà, ricorda Della Pergola, che dal 1966 vive in Israele dove insegna Demografia all'Università di Gerusalemme. Insieme a un'altra Giusta tra le Nazioni, la professoressa cattolica Livia Sarcoli (che offriva rifugio temporaneo in casa sua) "Gina portava cibo e faceva da collegamento con gli Alleati in operazioni di intelligence, per aiutare molti a espatriare clandestinamente in Svizzera". Così fece anche per la famiglia La Pergola. "Era il dicembre del'43. Da Firenze arrivammo a Milano, poi a Arona sul Lago Maggiore che attraversammo in vaporetto, per raggiungere la sponda più settentrionale. Gina era lì, insieme ai contrabbandieri, per aiutarci a oltrepassare il confine con il Ticino. La notte di Natale del 1943, insieme a mia nonna, riuscimmo a scappare. Fino allo sbarco in Normandia, nel giugno del 1944, mio padre venne internato in un campo di lavoro, mia madre in un centro per donne". Solo nel giugno del 1945 la famiglia La Pergola, riunita, rientrerà in Italia. "A oggi la Commissione dello Yad Vashem ha riconosciuto 25 mila Giusti in tutto il mondo. L'Italia conta un numero discreto", fa notare. "Dopo 70 anni, però, ricostruire le migliaia di storie è estremamente difficile. Un'opera che spesso parte dai discendenti dei salvatori che chiedono di avviare le procedure". Soltanto ieri, afferma La Pergola, "tre persone si sono avvicinate a me per dirmi che anche loro avevano una storia da tirar fuori dal cassetto". Il dovere di chi ha ripreso a vivere, conclude, non è di seppellire quegli eventi, ma è di "lanciare un messaggio di ottimismo. Dopo la devastazione si può rinascere".(ANSAmed).

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