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Renzi, sostegno a nuova Libia. Serraj, riavviare Trattato

Incontro a Palazzo Chigi. Da Italia piena fiducia nuove autorità

29 dicembre 2015, 10:24

Redazione ANSA

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Libyan PM visits Italy © ANSA/EPA

Libyan PM visits Italy © ANSA/EPA
Libyan PM visits Italy © ANSA/EPA

(di Claudio Accogli) (ANSAmed) - ROMA, 29 DIC - La nuova Libia nata con l'accordo sul governo del 17 dicembre "potrà contare sul deciso sostegno dell'Italia per la stabilizzazione del Paese", che si dice pronto a riavviare il Trattato di amicizia del 2008 e auspica la riapertura delle sedi diplomatiche italiane a Tripoli "al più presto". E' la sintesi dell'incontro, durato circa un'ora e mezza, tra Matteo Renzi e il primo ministro libico Fayez al Serraj, presente il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Nel colloquio, il premier italiano ha espresso "piena fiducia nella capacità delle nuove autorità libiche a far fronte alle imminenti sfide a cominciare dalla formazione del governo", e ribadito che "la nuova Libia potrà contare sul deciso sostegno che l'Italia, in coordinamento con la comunità internazionale, intende assicurare per la riabilitazione dei servizi essenziali, la creazione di premesse per lo sviluppo economico e per la stabilizzazione del Paese".

Dal canto suo, Serraj ha sottolineato - recita un comunicato della delegazione da lui guidata - che il nuovo governo "sta lavorando per riavviare il Trattato di amicizia e cooperazione" tra Italia e Libia, firmato il 30 agosto del 2008. Il Trattato "aiuterà le nostre riforme economiche e il ritorno degli investimenti stranieri". L'accordo, siglato dall'allora premier Silvio Berlusconi e dal rais Muammar Gheddafi, frutto di una lunga negoziazione bipartisan avviata dal governo Prodi, mise la parola fine al contenzioso sul passato coloniale italiano e aprì un'epoca di cooperazione in campo economico - soprattutto energetico e nel settore delle infrastrutture - e di lotta all'immigrazione clandestina. In questo ultimo ambito, l'intesa prevedeva un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, effettuato dalla parte italiana. Il Trattato è stato sospeso nel 2011, dopo l'inizio della rivolta contro Gheddafi.

Vari i tentativi di riattivarlo, passati anche per la 'Tripoli declaration' siglata da Mario Monti nel 2012, ma mai arrivati a concretizzarsi. In queste ore, in cima alle preoccupazioni della comunità internazionale c'è la formazione e l'insediamento del nuovo governo nella capitale libica, oltre che le misure di contenimento e sconfitta militare dell'Isis. "Speriamo che l'ambasciata d'Italia e il consolato torneranno a Tripoli il più presto possibile", così come i voli diretti tra Italia e Libia, recita il comunicato della delegazione libica. La riapertura dei cancelli delle sedi diplomatiche straniere è uno degli elementi strategici nel ritorno alla stabilità del Paese e alla sicurezza della capitale Tripoli. Da questo punto di vista, Serraj ha ribadito che il governo libico "considera essenziale il settore della sicurezza" e che "apprezza tutti i suggerimenti tecnici" ma che il rispetto della sovranità del Paese resta prioritaria.

Un elemento sostanziale, che Roma recepisce: "L'Italia - ha garantito Renzi - è pronta a rispondere con tempestività e nel necessario quadro di legalità internazionale alle eventuali richieste di assistenza che la Libia dovesse rivolgere".

(ANSAmed).

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