(ANSAmed) - SARAJEVO, 8 FEB - L'Austria non intende chiudere
unilateralmente i suoi confini ai migranti, lasciando da soli i
Paesi dei Balcani occidentali ad affrontare tutto il peso
dell'emergenza profughi. Lo ha detto a Sarajevo il ministro
degli esteri austriaco Sebastian Kurz, che nella capitale
bosniaca ha cominciato un lungo giro nei Paesi della regione. E'
necessario, ha aggiunto in una conferenza stampa con il collega
bosniaco Igor Crnadak, trovare insieme la soluzione alla crisi
dei migranti, in particolare con Serbia e Macedonia. "Non
vogliamo addossare a nessuno pesi che non si e' in grado di
sopportare", ha detto Kurz. Il capo della diplomazia austriaca
ha incontrato a Sarajevo le massime autorita' bosniache, alle
quali ha ribadito l'appoggio di Vienna al processo di
integrazione europea e alla realizzazione delle necessarie
riforme.
"Noi siamo un partner forte, ma spetta a voi approvare leggi
conformi all'Ue - ha detto Kurz - avete iniziato bene a
risolvere quanto prevede l'agenda delle riforme".
La Bosnia presenterà la domanda di adesione all'Ue il 15
febbraio, e "nel 2018 - ha annunciato il ministro degli esteri
Igor Crnadak - possiamo aspettarci lo status di paese candidato,
e l'Austria può aiutarci in questo".
I due ministri hanno sottolineato le buone relazioni
economiche bilaterali - l'Austria è il più importante
investitore diretto in Bosnia - e i legami storico culturali.
Oggi a Sarajevo Kurz presenzierà all'inaugurazione del progetto
di scambi culturali dal titolo "Anno della cultura Bosnia
Erzegovina - Austria 2016", manifestazione nell'ambito della
quale saranno realizzati oltre 50 singoli programmi per
presentare, sia in Bosnia che in Austria, numerosi eventi
culturali.
Nel pomeriggio si spostera' a Belgrado, da dove proseguira'
il suo giro nei Balcani occidentali visitando Montenegro,
Albania, Kosovo e Macedonia. Emergenza migranti, riforme e
integrazione europea I temi centrali dei colloqui.(ANSAmed)
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