In particolare "23 ottobre" denuncia in un comunicato un tentativo di "imporre opzioni legislative contrarie agli standard internazionali e che potrebbero danneggiare gli interessi tunisini, la stabilità e la sovranità del processo decisionale" e accusa il Carter Center di "interferenze nelle decisioni sovrane della Tunisia".
Il direttore dell'ufficio di Tunisi del Carter Center, Fida Nasrallah, risponde sul sito Al-Monitor alle accuse affermando che "la richiesta di concedere il diritto di voto alle forze di sicurezza deriva dalla convinzione del nostro centro che il voto sia un dovere e un diritto nazionale, non è un atto politico.
Privare queste persone del loro diritto è in contrasto con gli obblighi internazionali della Repubblica tunisina assunti con il Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici. Inoltre, è in contrasto con gli articoli 21 e 34 della Costituzione tunisina". Una questione spinosa sulla quale dibattono ancora parlamento, mondo politico e società civile tunisini anche perché l'interesse alla neutralità degli appartenenti alle forze di polizia e dell'esercito può essere in qualche modo garanzia di terzietà delle stesse istituzioni alle quali appartengono, e la Costituzione del 2014 agli articoli 18 e 19 recita che le forze armate e di sicurezza devono svolgere le loro rispettive missioni nella "neutralità totale".(ANSAmed).
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