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Gentiloni, non possiamo rassegnarci sulla Siria

Ministro all'ANSA: 'Proteggere civili e far ripartire negoziati'

05 dicembre 2016, 07:36

Redazione ANSA

ANSACheck

Rome Med-Mediterranean dialogues - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rome Med-Mediterranean dialogues -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Rome Med-Mediterranean dialogues - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSAmed) - ROMA - "Non possiamo rassegnarci alla situazione che c'è in Siria, alla tragedia umanitaria in corso ad Aleppo Est", che continua a essere bombardata. In un'intervista all'ANSA, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni tira le somme dei 'Med Dialogues', che per tre giorni hanno riunito a Roma i rappresentanti di 55 Paesi tra esponenti della politica, dell'economia, della cultura e della società civile dell'area mediterranea e non solo.

"Una conferenza che non aveva come obiettivo di ottenere svolte in campo diplomatico" ma che - ha sottolineato il titolare della Farnesina - è poi diventata l'occasione di un incontro "molto utile" ieri tra John Kerry, alle ultime battute del suo mandato da segretario di Stato Usa, e il ministro russo Serghiei Lavrov, che "hanno sfruttato la loro presenza a Roma per parlarsi e cercare di individuare nuove strade" per una soluzione alla crisi siriana.

Incontro in cui si sono "aperti spiragli" che Gentiloni spera si traducano al più presto "nella protezione umanitaria su Aleppo est e nelle premesse per il negoziato" cui l'Onu sta lavorando. "Io ho ripetuto più volte in questi giorni che se tutti dicono che ci vuole un processo politico e negoziale, questo processo negoziale non si costruisce sulle ceneri di Aleppo. Fermarsi e consentire l'aiuto umanitario è strettamente legato alla possibilità di avere un negoziato che funzioni", ha ribadito il capo della diplomazia italiana.

Il dialogo sul 'modello Helsinki' è quello che ha ispirato questa seconda edizione del Forum Med, organizzato dal ministero degli Esteri insieme all'Ispi con la media partnership di ANSAmed, Rai e La Stampa. La pace nel Mediterraneo e in Medio Oriente, ha spiegato Gentiloni, "o la si fa anche con i protagonisti della regione, in Siria, in Yemen, in Libia e in tanti altri teatri, oppure non arriva qualcuno da Mosca o da Washington con i propri mezzi militari o finanziari ad imporre un ordine dall'esterno". "Non ci sarà mai più una dinamica simile a quelle delle superpotenze del secolo scorso - ha aggiunto -. Quindi c'è bisogno di un maggior protagonismo, e anche l'Italia deve attrezzarsi ad una politica estera sempre più attiva".

Nei confronti di Russia e Stati Uniti, il governo italiano intende mantenere una linea di continuità: "Noi siamo sempre stati quelli che hanno sostenuto che Mosca non deve essere vista come una minaccia, ma bisogna lavorare perché eserciti la sua potenziale influenza in senso positivo", come accaduto per il cessate il fuoco in Siria nei primi mesi dell'anno, ha sottolineato Gentiloni.

E guardando oltreoceano, "ci aspettiamo di collaborare" con Trump così come con tutte le amministrazioni precedenti. "Ma aspettiamo anche di vedere quali scelte farà la nuova amministrazione americana in politica internazionale. Mi auguro - ha concluso il ministro ai microfoni dell'ANSA - che alcune acquisizioni fondamentali di questi anni restino in piedi: penso all'intesa sul nucleare iraniano e a quella sul cambiamento climatico".(ANSAmed).

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