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>>>ANSA/ 'Tunisino e leader in Libia il nuovo capo dell'Isis'

Lo annuncia Al Arabiya, ma resta mistero sulla morte di Baghdadi

15 luglio 2017, 19:12

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - TUNISI, 15 LUG - Abu Bakr al-Baghdadi avrebbe già un successore alla guida dell'Isis: il tunisino Jalaluddin al-Tunisi, attuale leader del gruppo terrorista in Libia. Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo, anche perché sulla morte del fondatore del 'Califfato' non c'è ancora certezza, a partire dagli americani.

La notizia sul nuovo capo dello Stato Islamico è stata diffusa dall'emittente saudita Al Arabiya, secondo cui Jalaluddin al-Tunisi è tra i pochi leader rimasti ed è "il più qualificato a prendere il posto di al Baghdadi". Il suo vero nome è Mohamed Ben Salem Al-Ayouni. Nato nel 1982 nella regione di Msaken nei pressi di Sousse, emigra in Francia negli anni '90, dove ottiene la cittadinanza prima di rientrare in Tunisia nei giorni della rivoluzione. Nel 2011 parte per la Siria per partecipare alla guerra. Nel 2014, dopo la proclamazione dello Stato Islamico da parte di Baghdadi alla Grande Moschea di Mosul, al-Tunisi annuncia di unirsi all'Isis, diventando 'molto vicino' al leader iracheno. La sua prima apparizione sui media avviene attraverso un video girato proprio nel 2014. Lo scorso anno, dopo la disfatta dell'Isis a Sirte, al Baghdadi lo nomina Emiro dell' organizzazione in Libia, perché - riferisce sempre Al Arabyia - credeva fosse in grado di vincere e garantire la presenza dell'organizzazione, ma anche per i suoi buoni rapporti con altre organizzazioni estremiste attive in Nord Africa, quale Okba Ibn Nafaa, affiliata ad al-Qaida. Proprio il Nord Africa sarebbe in cima alla lista delle regioni dove l'Isis vorrebbe espandersi - o in qualche modo sopravvivere - dopo le sconfitte in Iraq e Siria. La Libia, in particolare, può garantire un rifugio sicuro per organizzarsi, reclutare e addestrare nuovi affiliati, sfruttando la persistente debolezza politica e istituzionale di un Paese ancora diviso.

Resta però da vedere se Baghdadi sia morto sul serio. Il 'Califfo' è stato dato per spacciato diverse molte. Nei giorni scorsi, la sua fine era stata confermata dalla sua stessa organizzazione, in un comunicato in cui si annunciava a breve anche la nomina di un successore. La notizia era stata confermata anche dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, ong basata a Londra con una vasta rete di informatori nel martoriato Paese dove l'Isis aveva scelto la sua capitale, Raqqa. Ma per certificare la sua morte, serve il sigillo degli Stati Uniti. Proprio ieri il capo del Pentagono James Mattis ha espresso molta cautela, affermando di non avere elementi certi.

Così Washington, ha puntualizzato, continuerà ad agire come se Baghdadi fosse vivo. Fino a prova contraria.

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