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Marocco: tensione Rif, sorti dell'Hirak nel discorso del re

Attesa per esiti inchiesta governo su ritardi piano sviluppo regione

25 luglio 2017, 21:15

Redazione ANSA

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Manifestanti e polizia si fronteggiano in una recente protesta a Al Hoceima, nella regione montuosa del Rif © ANSA/EPA

Manifestanti e polizia si fronteggiano in una recente protesta a Al Hoceima, nella regione montuosa del Rif © ANSA/EPA
Manifestanti e polizia si fronteggiano in una recente protesta a Al Hoceima, nella regione montuosa del Rif © ANSA/EPA

(di Olga Piscitelli)

RABAT - L'attesa è tutta per il discorso del re. Il 30 luglio, in occasione della Festa di insediamento al trono, Mohammed VI potrebbe pronunciarsi sulla tensione che dura da tempo nella regione berbera del Rif.

Gli analisti prevedono scenari persino agli antipodi tra loro: c'è chi è certo che sarà confermata la linea dura contro i manifestanti e soprattutto contro i leader del movimento dell'Hirak (Al Hirak al Shabii, Il movimento popolare), c'è chi apre a scenari di tolleranza e vede profilarsi un nuovo soggetto politico all'orizzonte, un partito del Rif pronto a scendere in campo per la prossima tornata elettorale Quel che è certo è che il disappunto del sovrano cresce di ora in ora e va di pari passo con la frenesia dei ministri incaricati di fare luce sul piano di sviluppo dal titolo 'Al Hoceima, faro del Mediterraneo', siglato nel 2015 e di fatto mai avviato. La sorte del movimento è appesa anche al risultato di un'inchiesta sui ritardi nei piani di sviluppo della regione, per la quale il re ha revocato le ferie ai ministri.

Intanto, dalla propria pagina Facebook, il leader della protesta Nasser Zefzafi fa sapere che nessuno tra i 150 detenuti del Rif è d'accordo a manifestare il 30 luglio. L'Hirak, si legge nel comunicato, "deve restare un movimento a carattere pacifico. Chi invita alla mobilitazione nel giorno che coincide con la festa del Marocco, tenta di destabilizzarci". Da quando il leader è finito agli arresti, il 29 giugno nel carcere Oukacha di Casablanca, la pagina, gestita probabilmente da uno dei suoi avvocati, non ha mai smesso di essere un punto di riferimento per quanti protestano a favore del Rif. È da qui che Zezfzafi, accusato tra l'altro di attentato alla sicurezza dello Stato e oltraggio al re, continua a dettare la linea, come da nove mesi a questa parte, da quando cioè il 28 ottobre scorso l'orribile fine del pescivendolo Mohacine Fikri ha invaso la Rete e dato il via alla protesta. Stritolato da un camion di rifiuti, mentre cercava di riprendersi il carico di pesce confiscato dalla polizia, l'incidente è stato ripreso dai cellulari di alcuni testimoni. L'ultima manifestazione del 20 luglio, a Al Hoceima, non era autorizzata. Il bilancio è pesante: 79 poliziotti feriti e un numero probabilmente doppio tra i manifestanti che, per paura di essere identificati non sono andati a farsi medicare al pronto soccorso. Una giornata di tensione, con una città in stato di assedio e, secondo i responsabili delle principali Ong marocchine presenti, "arresti ingiustificati" oltre che "continue limitazioni delle libertà". 

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