Secondo Puigdemont, "queste elezioni in Catalogna avvengono in condizioni non normali", ricordando come diversi colleghi siano ancora in carcere in Spagna e l' 'esilio' suo e di altri 4 ex ministri a Bruxelles. "C'è una contraddizione evidente", ha aggiunto, ricordando le misure prese da Madrid facendo scattare l'articolo 155, commissariando la Catalogna. Puigdemont ha denunciato una "persecuzione politica" da parte dello Stato spagnolo, sottolineando che "per ora restiamo qui" a Bruxelles, perché "non abbiamo ancora avuto la risposta se possiamo spostarci".
Secondo l'ex presidente catalano, Madrid "ha avuto paura" della giustizia belga e che per questo ha ritirato ieri il mandato di arresto europeo nei suoi confronti. La Spagna "ha avuto paura del ridicolo, ha affermato, ha avuto paura di perdere". "È evidente che dopo l'udienza" a Bruxelles "l'altro giorno, allo Stato spagnolo è venuta paura di perdere", perché è chiaro che "siamo davanti a una causa politica". Il mandato di arresto internazionale "è stato esaminato sotto lo Stato di diritto da parte di un giudice indipendente" in Belgio e questo "lo Stato spagnolo non lo sopporta", ha concluso Puigdemont.
(ANSAmed).
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